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Renzi in Iran, Rohani: "Vorremmo che Roma tornasse primo partner"

12 aprile 2016 | 08.53
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Renzi in Iran, Rohani:

Accordi commerciali nei settori delle infrastrutture, della ricerca e della cultura ma tra Italia e Iran spunta anche la possibilità di un dialogo sulle aree di crisi che vanno dall'Afghanistan, allo Yemen, dalla Siria, all'Iraq e la Libia: tutti Paesi citati dal presidente iraniano Hassan Rohani dopo il colloquio con il premier Matteo Renzi oggi a Teheran per una serie di incontri in cui è stato accompagnato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dal viceministro Ivan Scalfarotto.

"Da entrambe le parti - ha detto Rohani - c'è volontà e determinazione contro il terrorismo e condividiamo anche la necessità di aiutare le popolazioni che hanno perso la casa e hanno bisogno di aiuto e cure mediche". "Su questo - ha scandito Rohani - è stato posto l'accento" nel corso dei colloqui con il premier italiano. Renzi, da parte sua, ha ricordato la visita in corso del ministro Paolo Gentiloni in Libia: "Su Siria, Yemen e altri teatri di crisi sarebbe utile un approfondimento".

La fine delle sanzioni all'Iran "è un passaggio storico non solo per il Paese ma per l'Europa e per tutta la regione: siamo impegnati perché lo sforzo della comunità internazionale sia accompagnato da un messaggio di fiducia che possa rendere evidente che qualcosa si è mosso", ha esordito Renzi alla fine del lungo colloquio, circa un'ora e mezza, con il presidente della Repubblica Iraniana.

"Prima delle sanzioni l'Italia è stata il primo partner dell'Iran a livello europeo e vorremmo che tornasse a svolgere questo ruolo" ha affermato Rohani, sottolineando anche che il Paese auspica un ulteriore sviluppo dei rapporti nel settore della ricerca e dei rapporti scientifici. Rohani ha messo l'accento anche sul fatto che "anche nel periodo delle sanzioni quelle italiane sono state le posizioni più eque nei confronti del mio Paese". E anche "se l'Italia non faceva parte come Paese del negoziato che ha portato all'accordo sul nucleare" con la presenza di Mogherini ha avuto "un suo ruolo ".

Nel sottolineare di essere a Teheran per la prima volta, Renzi ha tuttavia ricordato che la sua visita si inscrive "nella lunga tradizione di amicizia dell'Italia nei confronti" dell'Iran. A fianco al dialogo, però, c'è la necessità di atti concreti che rendano operativi gli oltre trenta accordi siglati e in tal senso bisogna lavorare per rendere operative le linee di credito.

Il tema delle linee di credito diventa quindi di attualità. Per quanto riguarda il settore bancario tra i due Paesi, ha detto Rohani, "sono stati fatti buoni passi ma dobbiamo muoverci più velocemente per fare quelli che ancora rimangono. E' vero che le sanzioni bancarie sono state tolte e che le banche hanno cominciato le loro attività ma abbiamo qualche effetto psicologico dell'era delle sanzioni e su questo dobbiamo lavorare".

A sua volta Renzi ha sottolineato che su questo aspetto "c'è bisogno di fare di più naturalmente in rapporto con le autorità iraniane". Ma "l'Italia è totalmente impegnata in questa direzione", ha detto il premier sottolineando la presenza nella missione dell'ad di Sace, Alessandro Castellano, del capo del business di Cdp, Antonella Baldini e dell'ad di Mediobanca, Alberto Nagel.

L'Italia, ha continuato il premier italiano, "ha le carte in regola per avere un impatto" sul fronte economico dai rapporti instaurati con l'Iran "ma dobbiamo affrontare il tema del credito, di ciò che serve alle aziende per vedere risultati".

C'è stato spazio anche per parlare di grandi autori nei colloqui di Matteo Renzi con le più alte autorità politiche iraniane: "con Khamenei - dice il premier- abbiamo parlato di Manzoni e di Dostoevskij mentre Rafsanjani mi ha citato la sura in cui si parla di Roma. Entrambi hanno ribadito come sia il cristianesimo che l'islamismo vogliono un mondo di pace". È qui Renzi cita La Pira spiegando che a volere la pace e' "la grande famiglia dei figli di Abramo" che coinvolge anche la realtà di Israele.

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