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Londra, giudici dicono sì a ibernazione 14enne morta di cancro

18 novembre 2016 | 07.50
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Una 14enne britannica colpita da rara forma di cancro ha ottenuto il diritto a essere ibernata post mortem, tramite criogenesi. Una battaglia legale senza precedenti in Gran Bretagna, condotta dalla ragazza prima che morisse. I giudici dell'Alta Corte di Londra hanno accolto dunque la sua richiesta, col consenso della madre e contro il volere del padre, di non essere seppellita ma di 'congelare' il suo corpo nella speranza di essere un giorno "risvegliata" e guarita con nuove cure, questa la richiesta.

Come riporta la stampa britannica, il verdetto, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, è stato reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato criocongelato.

La ragazza aveva inviato una lettera al tribunale spiegando la sua richiesta. "Ho solo 14 anni e non voglio morire ma so che ciò accadrà. Penso che la criopreservazione possa darmi una chance di essere curata e risvegliata, anche tra 100 anni. Non voglio essere sotterrata. Voglio vivere e penso che in futuro possano trovare una cura per il mio cancro. Questo è il mio desiderio", scriveva la teenager, spiegando di aver approfondito alcune teorie sulla criopreservazione su Internet.

I giudici hanno accolto la sua richiesta e il corpo è stato portato negli Stati Uniti per essere congelato, al costo di 37.000 sterline, presso una società privata specializzata. Ed è negli Usa che si trova il centro specializzato Alcor, in Arizona, il più attivo nel mondo: a ottobre 2016 vantava 1.583 'soci', di cui 1.104 hanno completato le pratiche per predisporre la loro ibernazione, non appena cesseranno di vivere.

Ci sono già stati dei precedenti di persone, anche bambini, ibernate a fini medici. Nel 2015 i genitori di una piccola tailandese di nemmeno tre anni, morta per un tumore al cervello, scelsero la crioconservazione del suo corpo nella speranza che un giorno, grazie a qualche avanzamento della medicina, possa tornare in vita. La piccola Matheryn Naovaratpong era stata dichiarata morta l'8 gennaio 2015, ed è stata la più giovane paziente mai trattata dalla Alcor, la 134esima nel mondo e la prima dall'Asia. Attualmente i corpi conservati a Scottsdale sono 143, di cui 104 uomini e 39 donne.

L'azienda precisa di aver registrato le ultime 100 iscrizioni in un anno e 11 mesi, mentre i precedenti 100 membri avevano aderito nel corso di un periodo molto più lungo, pari a 5 anni. Cresce costantemente e in velocità, dunque, il successo di questa controversa tecnica. Fra i soci si va dall'insegnante di recitazione Lorrie Hull, al produttore televisivo Kumar Krishnamsetty. Fino all'intera famiglia Kulakovich: Bret, sua moglie Sarah e le figlie Molly (3 anni) e Ada (1), tutti iscritti alla Alcor.

Il centro specializzato precisa comunque che "nessun essere umano adulto è stato mai fatto rivivere: i pazienti vengono trattati con l'aspettativa che la tecnologia del futuro, in particolare la nanotecnologia molecolare", possa renderlo possibile, e non possono essere ibernate persone prima della loro morte.

Solitamente i medici specialisti della Alcor si recano nel luogo di residenza del paziente e dopo che viene dichiarato morto procedono con l'adeguata preparazione: il corpo e il cervello vengono sistemati in una cella portatile con ghiaccio secco appositamente preparato e mantenuto a -79° C. Poi, il trasporto in America e la conservazione a -196°C.

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