Un video di pochi secondi è sufficiente per mostrare l''apocalisse' di Pechino, strangolata dallo smog nella giornata del 2 gennaio. Il filmato pubblicato su YouTube da un utente mostra l'evoluzione accelerata della situazione nell'arco di 20 minuti: una nube di inquinamento si impossessa della città e la rende irriconoscibile.
In un quadro che rimane preoccupante, Pechino ha visto più giorni di cielo blu nel 2016 che nell'anno precedente: si registra, infatti, un calo della densità media di particolato fine Pm2,5 pari al 9,9% come ha riferito il Municipal Environmental Protection Bureau di Pechino.
La capitale ha contato esattamente 198 giorni con una buona qualità dell'aria, 12 in più rispetto al 2015, e 39 giorni di inquinamento grave, 7 in meno rispetto all'anno prima. Sebbene la densità media di Pm2,5, particolato inferiore a 2,5 micron, sia scesa a 73 microgrammi per metro cubo nel 2016, si tratta di valori superiori allo standard nazionale del 109%. Dal 2013, la densità di Pm2,5 in città è diminuita del 19%.
I livelli medi di anidride solforosa, biossido di azoto e Pm10 sono scesi rispettivamente del 28,6%, 4% e 9,8% rispetto al 2015. La città ha compiuto negli ultimi anni grandi sforzi per affrontare il problema dell'inquinamento con l'arresto di impianti inquinanti e incoraggiando l'uso di gas naturale in sostituzione del carbone.
Tanto che, negli ultimi tre anni, il consumo del carbone a Pechino è diminuito di oltre il 57%; nel 2016, la città ne ha bruciato meno di 10 milioni di tonnellate. Attualmente, a Pechino il consumo pro capite di carbone è meno di un sesto della media nazionale, mentre l'uso di gas naturale pro capite è sei-sette volte quello nazionale.
La chiave per eliminare completamente il forte inquinamento atmosferico si trova nella regolazione del sistema industriale e nell'ottimizzazione della struttura energetica, ha detto Zhang Dawei, capo del Centro di monitoraggio per la protezione ambientale di Pechino.