La Corte Suprema venezuelana, considerata a favore del presidente Nicolas Maduro, è tornata indietro sulla sua decisione di avocare a sé i poteri del Parlamento, bastione dell'opposizione. La sua nuova decisione, pubblicata sul sito - e arrivata a poche ore dalle annunciate massicce manifestazioni di protesta - annulla così quella del 30 marzo scorso, che di fatto esautorava il Parlamento, e che aveva suscitato un'ondata di condanne a livello internazionale e segnato un'escalation nella crisi politica che imperversa nel paese.
Secondo una dichiarazione della stessa Corte Suprema venezuelana, il dietrofront riguarda anche la decisione che revocava l'immunità parlamentare nei processi.
La clamorosa marcia indietro fa seguito all'esortazione del presidente Nicolas Maduro, rivolta alla Corte Suprema, di "rivedere" le sue decisioni "per mantenere la stabilità istituzionale e l'equilibrio fra i poteri attraverso i meccanismi esistente nell'ordinamento legale venezuelano".
La mossa della Corte Suprema era stata denunciata dall'opposzione come un golpe, suscitando una dura condanna a livello internazionale, arrivata dagli Usa, dall'Unione Europea e da Brasile, Messico, Perù, Argentina, Cile e Colombia.