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Trump a Tel Aviv: "Amiamo Israele, occasione per la pace"

22 maggio 2017 | 14.25
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Costruiamo insieme un futuro in cui le nazioni della regione siano in pace, in cui tutti i nostri figli possano crescere forti e liberi dal terrorismo e dalla violenza". E' l'esortazione rivolta al presidente ed al premier israeliani, Reuven Rivlin e Benyamin Netanyahu, dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump al suo arrivo a Tel Aviv. "Ho trovato nuove ragioni per sperare", ha detto Trump, reduce dal viaggio a Riad, dove "ieri ho incontrato re Salman ed i leader del mondo arabo e musulmano" e durante il quale "abbiamo raggiunto un accordo storico per perseguire una cooperazione ancora più forte contro il terrorismo".

Secondo il presidente americano, "abbiamo davanti a noi la rara opportunità di portare sicurezza e stabilità e pace a questa regione ed al suo popolo, sconfiggendo il terrorismo e creando un futuro di armonia, prosperità e pace". Ma perché si raggiunga questo obiettivo, ha ammonito Trump, "possiamo solo lavorare insieme, non c'è altro modo: signor presidente, signor primo ministro, aspetto con ansia di lavorare con voi durante la mia visita".

"Amiamo Israele, rispettiamo Israele" ha aggiunto Trump sottolineando il "legame indissolubile" tra i due Paesi. "In questo mio primo viaggio all'estero da presidente - ha sottolineato - sono venuto in questa terra sacra e antica per riaffermare il legame indissolubile tra Stati Uniti e Israele. In questa terra così ricca di storia, Israele ha costruito una delle più grandi civiltà del mondo, una nazione forte, resistente, determinata e prospera".

Poi, durante le dichiarazioni congiunte al termine dell'incontro con Rivlin, ha affermato: "Ho grande fiducia nel fatto che possiamo ottenere grande successo e raggiungere tutti i nostri obiettivi insieme".

Quanto all'Iran, "Stati Uniti e Israele possono dichiarare con una sola voce che all'Iran non dovrà mai essere consentito di possedere l'arma nucleare, mai, mai e dovrà cessare di addestrare e finanziare gruppi terroristici e milizie, e cessare immediatamente. Non siamo solo amici di lunga data, siamo grandi alleati e partner. Siamo sempre dalla stessa parte. Questo momento storico ci impone di rafforzare la nostra cooperazione".

Teheran contro Usa: "Vendono armi a 'pericolosi terroristi'" - Dura replica di Teheran al discorso pronunciato ieri dal presidente Usa, Donald Trump, al summit arabo-islamico-americano che si è svolto in Arabia Saudita, storica rivale della Repubblica islamica in Medio Oriente. Il governo iraniano, riferendosi all'accordo per 110 miliardi di dollari che gli Usa hanno siglato con la monarchia del Golfo, ha accusato Washington di vendere armi a "pericolosi terroristi". "Con le sue politiche ostili l'America sta rivitalizzando i terroristi nella regione", ha sottolineato Qassemi. Le parole pronunciate da Trump, ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi, citato dall'agenzia di stampa Irna, contribuiscono alla diffusione dell' "iranofobia" nella regione. Ieri Trump ha rivolto un appello a "tutte le nazioni" perché isolino l'Iran, un Paese che - secondo il leader Usa - "dal Libano all'Iraq e allo Yemen" arma e addestra "i terroristi ed altri gruppi estremisti che diffondono distruzione e caos nella regione". Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha subito replicato con sarcasmo su Twitter. "Tra tutti i posti possibili, il presidente Usa usa questo bastione di democrazia e moderazione (l'Arabia Saudita, ndr) per attaccare l'Iran dopo le sue elezioni democratiche. Ma è politica estera o mungitura di 480 miliardi dollari dall'Arabia Saudita?", ha dichiarato il capo della diplomazia di Teheran, riferendosi al valore totale degli accordi siglati tra i due Paesi.

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