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Trump vs Khan, i botta e risposta più infuocati

06 giugno 2017 | 16.12
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(Afp)
(Afp)

Porte chiuse per Donald Trump. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha chiesto al governo britannico di cancellare la prevista visita di stato del presidente americano dopo le ripetute critiche rivoltegli da quest'ultimo all'indomani dell'attentato terroristico di sabato notte. Un diverbio che dura da più di un anno e che sembra affondare le sue radici nella differenza di opinioni politiche, fede religiosa ed estrazione sociale dei due esponenti politici: laburista, musulmano e figlio di un conducente di autobus pachistano il primo, repubblicano, presbiteriano e figlio di un facoltoso investitore immobiliare di New York il secondo.

La tensione, in particolare, si manifestò a partire dal dicembre 2015 quando il miliardario newyorkese, allora candidato repubblicano alla Casa Bianca, dopo gli attentati a Parigi e a San Bernardino propose di chiudere i confini agli islamici, impedendo loro l'ingresso negli Stati Uniti. Un divieto, poi ribattezzato 'Muslim ban', che suscitò un'ondata di polemiche in tutto il mondo e che Khan non mancò di commentare a pochi giorni dalla sua elezione a sindaco di Londra nel maggio 2016. "Se Donald Trump diventa presidente mi sarà impedito di andare negli Stati Uniti a causa della mia fede", spiegò in un'intervista rilasciata al Time Magazine, "questo significa che non potrò collaborare con sindaci americani e scambiare idee".

"Ci saranno sempre delle eccezioni", commentò Trump, cercando di smorzare i toni e dicendosi "felice" dell'elezione di Khan. Ma quest'ultimo, a stretto giro, rimarcò la sua ferma opposizione al bando: "Io credo che Trump abbia una visione ignorante dell'Islam. Questo non riguarda me ma i miei amici, la mia famiglia e chiunque abbia delle radici simili alle mie, in qualsiasi parte del mondo. La mia opinione è che stia facendo lo stesso gioco degli estremisti che dicono che non è compatibile essere occidentali e musulmani allo stesso tempo". Una dura critica cui seguì ben presto la replica del presidente statunitense. "Credo che siano dichiarazioni molto scortesi (...) non mi conosce, non mi ha conosciuto, non sa quello di cui sto parlando", sbottò Trump, invitando Khan a sottoporsi a un test di intelligenza.

A marzo invece, all'indomani dell'attentato terroristico di Londra avvenuto sul ponte di Westminster, fu il figlio del presidente americano a scagliarsi via Twitter contro il primo cittadino britannico. "Mi stai prendendo in giro?", twittò Donald Trump Jr., prima di citare un'intervista rilasciata un anno prima da Khan a 'The Independent' in cui affermava che "gli attacchi terroristici fanno parte del vivere in una grande città". In quell'occasione il sindaco non volle rilasciare alcuna dichiarazione in merito ma furono proprio i londinesi a difenderlo sui social, sottolineando che il senso della sua dichiarazione, in realtà, era quello di invitare i cittadini ad essere sempre vigili in vista di eventuali pericoli.

Dopo un continuo botta e risposta durato più di un anno, l'ultimo capitolo della discussione tra Trump e Khan è avvenuto proprio in questi giorni e ha avuto inizio all'indomani dell'attentato terroristico di sabato notte al Borough Market e sul London Bridge di Londra. Trump ha contestato Khan per la risposta all'attacco e nel farlo ha estrapolato dal contesto alcune dichiarazioni del sindaco falsandone il significato. In un tweet, ha chiesto come Khan, con sette morti e 48 feriti, potesse affermare che non ci fosse "alcuna ragione per allarmarsi". In realtà, il sindaco di Londra esortava i cittadini a "non allarmarsi" per la presenza supplementare di polizia nella capitale. L'ennesima diatriba, quindi, che ha spinto il sindaco di Londra a chiedere al governo britannico di cancellare la prevista visita di stato del presidente americano.

"Non credo che dovremmo srotolare il tappeto rosso per il presidente degli Stati Uniti in circostanze che vedono le sue scelte politiche in contrasto con tutto ciò che difendiamo", ha affermato Khan, "quando si ha una relazione speciale non è diverso da quando si ha una stretta amicizia: li si sostiene nei momenti difficili ma li si chiama a rispondere dei loro errori. Ci sono molte cose su cui Donald Trump sbaglia". Spiegazioni sulle intenzioni di Trump sono arrivate dalla Casa Bianca, dove la portavoce Sarah Huckabee Sanders ha negato che il presidente abbia citato in modo erroneo le parole di Khan: "Non credo che questo sia vero, credo che i media vogliano metterla così. Il punto è che c'è motivo di allarmarsi. Abbiamo attacchi costanti non solo lì ma in tutto il mondo".

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