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"Bombe made in Italy sui civili in Yemen"

29 dicembre 2017 | 21.08
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Come bombe fabbricate in Italia hanno ucciso una famiglia in Yemen?". E' questo il titolo di un servizio video che il New York Times pubblica in prima pagina sul suo sito, e dove gli autori spiegano di aver "seguito le bombe da un'isola in Italia fino all'Arabia Saudita, quindi di averle trovate sul luogo in cui erano stati uccisi civili in Yemen".

Ciò che lega lo Yemen, "un paese immerso in un conflitto violento" e la Sardegna è "il commercio globale degli armamenti", spiega il servizio del New York Times. "Bombe fatte in Sardegna vengono usate nella guerra civile in Yemen dall'Arabia Saudita". E non solo contro i combattenti, proseguono gli autori del servizio che hanno seguito il percorso fatto da queste bombe e che parlano anche di attacchi contro i civili, "in un caso era stata uccisa una famiglia di 6 persone". "L'Italia non è l'unico paese che arma l'Arabia Saudita", prosegue il video di circa 7 minuti, in cui gli autori spiegano che dalla loro inchiesta è emerso però "un massiccio aumento dell'export di queste bombe nel 2017".

Fonti della Farnesina riferiscono che l'Italia osserva in maniera scrupolosa il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti e si adegua sempre ed immediatamente a prescrizioni decise in ambito Onu o Ue. L'Arabia Saudita - aggiungono - non è soggetta ad alcuna forma di embargo, sanzione o altra misura restrittiva internazionale o europea.

Le richieste di società italiane per ottenere licenze di esportazione di materiali d'armamento sono valutate sempre in modo rigoroso ed articolato, caso per caso, sulla base della normativa italiana, europea ed internazionale. Le valutazione di eventuali autorizzazioni a Paesi extra UE-NATO coinvolge previamente diversi fra Ministeri ed Enti italiani.

"Quanto riportato dal New York Times", aggiungono le fonti della Farnesina riferendosi al servizio trasmesso dal quotidiano statunitense, "è una vicenda già nota, sulla quale il governo ha fornito chiarimenti più volte nel corso della legislatura, anche in sede parlamentare".

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