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Riforme, Renzi: "Pensano di far arrabbiare me ma si arrabbiano i cittadini"

26 luglio 2014 | 20.43
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Il premier Matteo Renzi intervistato dal 'Tg5'. "Basta passeggiatine in Senato, se non chiudiamo l'8 agosto andremo avanti". Napolitano: "Non ho fatto alcuna pressione sui parlamentari ribelli". Blog Grillo: "Benigni dove sei? Batti un colpo per la Costituzione". I sondaggisti: italiani stanchi delle "lungaggini"

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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"Pensano di fare arrabbiare me o il governo, ma io non mi arrabbio, ho l'impressione che stiano facendo arrabbiare i cittadini". Lo dice in un'intervista al 'Tg5' il premier Matteo Renzi. Che aggiunge: "Quando vedi i senatori che dovrebbero stare in Parlamento a votare andare a fare passeggiatine dal Senato al Quirinale capisci che c'è qualcosa che non torna".

Renzi mostra tutta la sua determinazione nel voler portare a casa il risultato delle riforme. "Se vogliono fare 8.000 emendamenti e bloccare il Senato, questo si chiama ostruzionismo, noi ci mettiamo lì e, poco alla volta, andiamo avanti con la serenità di chi sa che non ci stanchiamo, o meglio che si stancheranno prima loro", assicura.

Sulle riforme, secondo Renzi, si può chiudere l'8 agosto, "credo ci siano le condizioni per farcela". Ma se non sarà l'8 agosto "la settimana dopo si andrà avanti", avverte il presidente del Consiglio. "Non è un problema di ore, di giorni, non dobbiamo fare le riforme correndo perché dobbiamo farle, ma certo non possiamo pensare a chi dice sempre no, a chi immagina di portarci nella palude", sintetizza.

"Compito del politico non è andare alle elezioni ma cambiare l'Italia" ricorda il premier. "Questo Parlamento è in grado di cambiare sul serio, e spero che anche quelli che oggi stanno facendo ostruzionismo, si rendano conto che danno stanno facendo all'Italia e direi anche al loro stessi".

Sulla ripresa economica, per Renzi bisogna "fare di più". "Ci sono luci ed ombre", sottolinea. "Ci sono dei segnali negativi a livello internazionale, e si cresce meno del previsto. Ma ci sono anche segnali positivi come i 54 mila posti di lavoro in più, il grande interesse da parte degli investitori, anche stranieri, per i luoghi della crisi".

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