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Riforme, i sondaggisti: italiani stanchi delle "lungaggini"

26 luglio 2014 | 16.16
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Senato (Adnkronos)
Senato (Adnkronos)

Gli italiani vedono con fastidio il braccio di ferro sulle riforme e sono insofferenti alle "lungaggini" del dibattito in Senato. Anche se, nel merito, preferirebbero eleggere i senatori, appoggiano la linea decisionista del premier: un atteggiamento solo apparentemente contraddittorio, perché il 'sentiment' nazionale è quello di sgombrare il campo al più presto dalle questioni istituzionali per vedere affrontato il problema del lavoro, percepito come una vera emergenza.

E' quanto emerge dalle valutazioni dei sondaggisti interpellati dall'Adnkronos alla fine di una settimana politicamente caotica, che ha visto la riforma del Senato impantanarsi nell'ostruzionismo di grillini e Sel e nell'azione frenante di agguerrite componenti degli altri partiti.

"L'argomento delle riforme costituzionali - sottolinea Renato Mannheimer - non appassiona gli italiani, per i quali il primo problema è il lavoro, sia in riferimento alla disoccupazione sia alla riforma del mercato. Per seconda viene la questione delle tasse. La riforma del Senato è uno degli ultimi temi citati. In riferimento ad essa i cittadini appoggiano il governo, vivono come 'lungaggine' quello che sta succedendo in Aula e sono favorevoli ad una linea decisionista. Nel merito, tuttavia, la stragrande maggioranza è per un Senato elettivo".

Una posizione analoga emerge dalle rilevazioni di Antonio Noto, di Ipr Marketing. "La maggioranza degli italiani vorrebbe abolire il Senato. Se proprio deve continuare ad esistere, lo vorrebbero elettivo. E' un atteggiamento che riflette una volontà di scegliere i propri rappresentanti che viene espressa anche in riferimento alla legge elettorale".

"Continua a prevalere la fiducia nel presidente del Consiglio Matteo Renzi e nel governo - conferma Maurizio Pessoto della Swg - visti come punto di riferimento ai quali si chiede in generale di muovere uno stallo insopportabile, di portare a casa dei cambiamenti. Nella riforma del Senato in discussione non viene quindi visto nessun pericolo per la democrazia". Anche Pessoto osserva che il tema costituzionale interessa poco gli italiani. Più sentito quello della nuova legge elettorale, dove anche Swg rileva una forte richiesta di chiudere con i parlamentari decisi dall'alto: "La sfiducia nella cosiddetta casta, nei nominati, spinge ad una forte richiesta di modifica della legge elettorale, con particolare riferimento alla possibilità di scegliere gli eletti".

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