Il candidato alle primarie del Pd in Emilia Romagna: è la dimostrazione che gli inquirenti credono nella mia assoluta correttezza. Gli erano stati contestati rimborsi per circa 4 mila euro avuti in qualità di consigliere regionale. Le spiegazioni dell'esponente dem hanno convinto i pm che concludono così l'indagine a suo carico
La Procura di Bologna intende archiviare l'indagine, per peculato, a carico di Stefano Bonaccini, candidato alle primarie del Pd in Emilia Romagna. L'istanza di archiviazione, presentata la scorsa settimana dal legale del candidato Pd Vittorio Manes, è stata inoltrata dai pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, titolari del fascicolo sulle 'spese pazze' in Regione ed è stata vistata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.
A Bonaccini erano contestate spese per circa 4 mila euro effettuate in qualità di consigliere regionale del Pd, rimborsate dalla Regione Emilia Romagna. Spese per le quali lo stesso Bonaccini chiese di essere ascoltato, nei giorni scorsi, dai pm inquirenti, precisandone motivazioni e afferibilità alla sua attività di consigliere.
Spiegazioni che di fatto, vista l'istanza di archiviazione, hanno convinto i pm che concludono così l'indagine a carico dell'aspirante successore di Vasco Errani. Prosegue dunque ora, senza l'incognita di un eventuale processo, la corsa di Bonaccini per il voto del 28 settembre, in vista delle elezioni regionali di novembre.
"Sono ovviamente molto soddisfatto della richiesta di archiviazione che dimostra il pieno convincimento da parte degli stessi organi inquirenti dell'assoluta regolarità e correttezza dei miei comportamenti", ha commentato Bonaccino. "Sono sempre stato convinto - ha aggiunto in una nota - di aver fornito gli elementi utili a chiarire tutti i profili oggetto di accertamento e fiducioso nell'operato della magistratura".