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Al Senato scatta il verde, parte la corsa del nuovo 'Italicum'

18 novembre 2014 | 19.00
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Al via in commissione con la relazione di Finocchiaro su legge elettorale: si alza la soglia per il premio, si abbassa lo sbarramento. Romani avverte, fretta non comprima dibattito. Alfano chiede tempi più lunghi per disegnare nuovi collegi

Anna Finocchiaro
Anna Finocchiaro

A palazzo Madama è scattato ufficialmente il via nella corsa alla riforma della legge elettorale. Nella prima commissione del Senato Anna Finocchiaro (Pd) ha illustrato la sua relazione al ddl sull'Italicum approvato dalla Camera e ha prefigurato alcune modifiche volte a 'blindare' costituzionalmente il testo dopo la sentenza della Consulta che ha bocciato il 'Porcellum'. Nella relazione di Finocchiaro è stato centrale il tema della rappresentatività della Camera, anche sotto il profilo della rappresentanza di genere.

"A proposito di riforme. Dopo qualche rinvio di troppo abbiamo finalmente chiuso sulla tempistica della legge elettorale e della riforma costituzionale", commenta il premier Matteo Renzi sulla sua e news, che sintetizza: "la riforma costituzionale sarà approvata in seconda lettura dalla Camera entro il mese di gennaio. La legge elettorale sarà approvata dal Senato entro l’anno". Quanto all'Italicum, in particolare, "eviteremo anche i candidati sconosciuti nascosti dentro liste-lenzuolate: ognuno dei 100 collegi avrà un capolista secco (almeno 40 dovranno essere donne) e la possibilità di indicare con le preferenze gli altri candidati. Mi pare che sia un ottimo traguardo che consentirà di avere candidati riconoscibili, certezza di un vincitore, una maggioranza stabile non ricattata dai piccoli partiti".

In sostanza, nella relazione Anna Finocchiaro ha tentato di recepire per quanto possibile il nuovo Patto del Nazareno tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi facendo ben attenzione a non contraddire l'accordo di maggioranza e per questo alcuni aspetti, in particolare le percentuali precise per le soglie e il numero delle preferenze, non vengono indicati. Quello che conta, però, è la direzione di marcia. E dunque: si sollecita la riflessione sulla soglia di voti necessari per accedere al premio di maggioranza, suggerendo un limite superiore al 37% dell'Italicum prima versione e suggerendo anche l'abbassamento della soglia di sbarramento per i non coalizzati, che ora è all'8%.

Nell'accordo di maggioranza, la soglia è fissata al 40% mentre lo sbarramento scende al 3%. La presidente della prima commissione parla di ipotesi di mediazione rispetto alla possibilità che un quota di seggi sia assegnata con la preferenza, ricordando il precedente del Mattarellum, sistema misto, per il 75% uninominale e il 25% proporzionale. Inoltre, liste corte con un numero di candidati fino a sei e riduzione dei 120 collegi attualmente previsti.

Per il 'debutto' in commissione, sulla riforma elettorale è stato ascoltato anche Angelino Alfano, non come presidente del Nuovo centrodestra, bensì come ministro dell'Interno, che ha chiesto più di 45 giorni per definire i nuovi collegi. Nel merito 'politico', il titolare del Viminale ha definito "penalizzante" la soglia per i non coalizzati all'8% e ha sottolineato il proprio favore per il meccanismo della preferenza. Non tutto fila liscio con Forza Italia, però. Paolo Romani, capogruppo dei senatori azzurri, ha manifestato perplessità per il rischio che "tutto sia già finito", paventando una compressione del dibattito che impedisca di parlare anche della legge elettorale per il Senato.

Se si andasse a votare a breve, è stato il ragionamento di Romani, si rischierebbe di votare con l'Italicum modificato per la Camera e con il Consultellum (cioè il sistema che residuerebbe dopo la pronuncia della Corte Costituzionale) per palazzo Madama. A stretto giro la risposta di Anna Finocchiaro: la legge elettorale per il Senato era fuori dall'intesa che ha portato Forza Italia a votare l'Italicum a Montecitorio. In ogni caso, non ci sarà nessuna 'corsa' e la discussione, assicura la presidente della commissione Affari costituzionali, non sarà compressa. I tempi, secondo quanto è stato più volte detto, non saranno da calende greche. E la maggioranza punta al via libera del Senato entro dicembre.

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