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La mossa di Calderoli contro Grasso, ''parla di mercato dei senatori''. Dal portavoce smentita categorica

27 novembre 2014 | 19.53
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Maggioranza in difficoltà dopo l'addio di tre senatori di Per l'Italia, mancano numeri per gruppo. L'esponente leghista accusa il presidente di palazzo Madama di voler temporeggiare: ''Ha paragonato la situazione al calcio mercato''.

Roberto Calderoli
Roberto Calderoli

Volano parole come macigni a palazzo Madama, dove la situazione della maggioranza, già esigua, si fa traballante nelle commissioni: il gruppo Per l'Italia che contava dieci senatori ne ha persi tre (Mario Mauro, Tito Di Maggio, Angela D'Onghia) e così le opposizioni chiedono, a norma di Regolamento, che venga sciolto, visto che non ha più le dieci unità mimime prescritte.

Oggi Roberto Calderoli, a margine dei lavori nella cruciale commissione Affari costituzionali dove si discute la legge elettorale, ha detto di aver sollevato il problema, ieri in conferenza dei capigruppo a palazzo Madama, ma che il presidente del Senato Pietro Grasso gli avrebbe risposto (e Loredana De Petris, del Misto-Sel, ha confermato) che bisognava "aspettare un po' per consentire l'acquisto di qualche senatore... Come al calcio mercato".

Un'affermazione che fa saltare dalla sedia il portavoce del presidente del Senato che smentisce categoricamente quanto asserito dall'esponente leghista: "Il presidente -spiega Alessio Pasquini- si è limitato a dire che è prassi aspettare alcuni giorni per sciogliere i gruppi, perché lo spostamento di parlamentari da un gruppo all'altro provoca due possibili reazioni: l'arrivo di altri senatori per rimpinguare le fila o lo spazio per i senatori rimasti di decidere a quali gruppi iscriversi senza essere messi in modo automatico al misto".

Fatto sta che il gruppo Per l'Italia, dal 17 novembre, virtualmente non esiste più e potrebbe essere proprio De Petris, presidente del gruppo Misto Sel a dover accogliere i 'naufraghi' di Per l'Italia, sempreché questi non accelerino il passaggio al gruppo unico con Ncd o non riescano a salvare il salvabile grazie al 'prestito' (come si vocifera) di tre senatori (fra cui, forse, Sergio Zavoli) da parte del Pd.

Di sicuro, la situazione rischia di non reggere in commissione, dove al momento i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione sono rispettivamente di 15 a 14. Dettaglio non secondario, spetta proprio a De Petris (che sta all'opposizione, ma il gruppo comprende anche esponenti di maggioranza), come presidente del gruppo, designare il rappresentante del Misto nelle diverse commissioni, compresa la prima.

In soccorso della maggioranza potrebbe giungere, tuttavia, una decisione del Consiglio di presidenza del Senato, assunta durante la presidenza di Marcello Pera (2001-2006) , e che ora viene ricordata da Gaetano Quagliariello (Ncd): "La tesi è semplice, me la ricordo perché la scrissi io: se la maggioranza è tale in aula deve essere tale anche in commissione" e quindi si potrebbe aggiungere . Altri tempi, ma i precedenti, a palazzo Madama, sono evergreen.

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