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Quirinale: Ap non avalla 'primarie Pd', asse con Cav per nome condiviso

28 gennaio 2015 | 21.22
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Ncd e Udc non avallano le cosiddette 'primarie del Pd'. In sostanza nel versante centrista le mosse del premier Matteo Renzi attorno al nome da proporre per il Quirinale vengono interpretate ancora nell'ottica della schermaglia, del tatticismo, se non dell'indecisione

Quirinale
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Ncd e Udc non avallano le cosiddette 'primarie del Pd'. In sostanza nel versante centrista le mosse del premier Matteo Renzi attorno al nome da proporre per il Quirinale vengono interpretate ancora nell'ottica della schermaglia, del tatticismo, se non dell'indecisione. Al termine di un'ora circa di riunione, con Angelino Alfano, dei grandi elettori di Area popolare, che raggruppa per l'appunto Ncd e Udc, la sintesi che fa più di un partecipante in via riservata è che il presidente del Consiglio "ancora non fa capire cosa vuole", la via d'uscita "è ancora tutta per aria" e che al momento è davvero improbabile una soluzione lampo.

I toni usati davanti ai cronisti, al termine dell'incontro, dal coordinatore Gaetano Quagliariello, danno la misura della distanza che ancora divide i centristi dal segretario del Pd: questa elezione non deve diventare "la dependance delle primarie" di un partito che ha già molte alte cariche dello Stato, è stato il commento dell'ex ministro delle Riforme.

Sicuramente saranno necessari nuovi contatti tra Renzi e Alfano, per diradare le nebbie attorno ad un'indicazione che si vorrebbe il più possibile condivisa. La personalità di cui alla fine si è dovuto discutere corrisponde al profilo di Sergio Mattarella, rispetto al quale, tuttavia, pur con la stima per la persona, peserebbe l'handicap di non essere frutto di un metodo di condivisione nell'ambito delle forze impegnate nelle riforme, sia pure da versanti diversi, Ap nella maggioranza e al governo, Fi all'opposizione.

Insomma, allo stato, il giudice costituzionale, ex ministro della Difesa e vice premier, i voti dei centristi non li avrebbe, come non avrebbe quelli di Silvio Berlusconi, con il quale l'asse sul Quirinale allo stato sembra reggere appieno.

"Da qui a sabato può davvero succedere di tutto" fanno capire da dentro Area popolare, dove si ritiene che molto si giocherà nel braccio di ferro tra i due protagonisti: il premier e l'ex Cavaliere. Si tratta di vedere, ragiona un popolare di lungo corso, se Renzi, dopo aver 'utilizzato' Berlusconi contro la sinistra del Pd, voglia dimostrare di potere tutto, compreso utilizzare la sinistra del Pd contro Berlusconi, 'chiudendo' su un nome come Piero Fassino o Sergio Chiamparino.

Con un'unica possibile variante, e punto di caduta, di peso internazionale quale sarebbe il mai tramontato ministro dell'Economia Giancarlo Padoan. Che però non corrisponderebbe al profilo di un politico puro, esperto, in grado di traghettare l'Italia nella transizione costituzionale che i centristi hanno più volte invocato.

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