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Riforme: Berlusconi, sì solo a ciò che ci convince non a tutto

08 febbraio 2015 | 12.27
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L'ex Cavaliere denuncia a proposito del Patto del Nazareno che è stato tradito "lo spirito di condivisione". "D'ora in poi cambieremo direzione" annuncia. E sulle riforme: "Sì, solo a ciò che ci convince davvero" .

Nella foto Silvio Berlusconi (Infophoto)
Nella foto Silvio Berlusconi (Infophoto)

"Non ci sentiamo più, di fronte a un comportamento di questo genere, di continuare nella direzione sin qui seguita. Daremo ancora il nostro voto a quelle riforme che verranno presentate e che riterremo siano positive per l'Italia e per gli italiani, ma non lo faremo più, accettando tutto quello che avevamo fin qui accettato, proprio per amore di riforma, di risultato positivo". Lo ha ribadito Silvio Berlusconi, a proposito del patto del Nazareno, intervenendo telefonicamente alla riunione del parlamento virtuale di Gianfranco Rotondi.

"Ci siamo sgravati di un peso, possiamo tornare a lavorare fortissimamente -ha proseguito l'ex premier- nella direzione di ricostruire un forte e compatto centrodestra e, sempre disposti a dare il nostro voto a qualunque proposta ci venga dalla sinistra che ritenessimo utile per il Paese, riprendiamo il nostro ruolo di oppositori in pieno, a 360 gradi. Il che era mancato, in una democrazia commissariata. E dobbiamo operare perché questa situazione possa essere cambiata e si possa tornare ad una democrazia completa".

"Siamo stati dentro questo patto del Nazareno -ha detto ancora il leader di Forza Italia- da cui da tutte le parti sono stati attribuite chissà quali intenzioni nascoste. Non c'è nessuna intenzione nascosta, c'era solo da parte nostra la coerenza di volere dare un contributo a quelle riforme che noi avevamo visto e che riteniamo ancora oggi importanti per rendere governabile il nostro Paese e che se anche vengono proposte, e finalmente, dalla sinistra meritano di essere portate a termine". "C'è qualcuno che questo spirito di condivisione non l'ha rispettato, non si sono rispettati quelli che erano gli accordi, lo spirito di condivisione è venuto meno proprio nel momento in cui si doveva eleggere la più alta istituzione della Repubblica".

Nel merito Berlusconi ha ricordato che Forza Italia aveva accettato "per amore di riforma e di risultato positivo il doppio turno dopo il 40 per cento che per il centrodestra è un disastro; la divisione in candidati nominati e in candidati eletti con le preferenze, una cosa che non sta i piedi; la lista unica che può essere ben realizzata per quanto riguarda l'attuale situazione della sinistra, ma è molto difficile per quanto riguarda purtroppo il centrodestra che è diviso in diverse forze politiche".

Critico poi l'ex premier, sempre sulla legge elettorale, anche riguardo allo sbarramento al 3 per cento, perché "riguarderà solo l'opposizione" che "sarà estremamente frammentata, incapace di essere opposizione vera".

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