''Ma quali litigi!'' Mariarosaria Rossi getta acqua sul fuoco delle polemiche, che in questi giorni stanno facendo fibrillare Forza italia in vista delle regionali. Oggi alla convention organizzata da Antonio Tajani all'Ergife di Roma sul futuro del centrodestra, la tesoriera unica del partito ha ascoltato in prima fila i vari interventi sul palco, poi prima del collegamento telefonico di Silvio Berlusconi si è fermata a parlare con militanti e dirigenti locali forzisti e davanti a taccuini e telecamente ha minimizzato sul clima da resa dei conti interno, dopo lo sfogo di Paolo Romani e Altero Matteoli e le minacce di liste autonome dei 'fittiani', preoccupati dalle possibili epurazioni dalla liste.
Raffaele Fitto è pronto a candidarsi in Puglia, è vicina la rottura?, insistono i giornalisti. Rossi allarga le braccia e replica: "E si candidasse...Glielo avevamo proposto noi a Fitto di candidarsi, se ora lo fa siamo contenti...". La senatrice è nel mirino dei 'ricostruttori' e della 'vecchia guardia' forzista per i suoi poteri sul simbolo e le liste elettorali e la circolare inviata ai coordinatori regionali sui criteri per scegliere i candidati. Ma lei, che ha ottenuto la delega a depositare il logo e a firmare le candidature direttamente da Berlusconi in qualità di amministratore straordinario di Fi, tira dritto, lasciando la porta aperta al confronto, confidando nel fatto che il cambiamento più volte auspicato dal Cav non può fermarsi.
C'è solo la volontà, dunque, assicurano dalle parti di palazzo Grazioli, di attuare una strategia indicata dal leader azzurro, quella di rilanciare il partito rinnovandolo e restando uniti. Un'esigenza richiesta da molti, a partire dalla 'base', come dimostrato oggi da vari amministratori locali che si sono avvicinati alla Rossi per chiedere un cambio di rotta. Raggiunta al telefono dall'Adnkronos, la senatrice risponde così quando gli fanno notare che qualche esponente di Fi sembra essersi infastidito per le regole fissate dalla circolare sulle regionali, in particolare il limite delle tre legislature: "Son poche, di certo nove sono troppe. Vuol dire che c'è qualcuno che sta in Parlamento da oltre trent'anni. Se tutti facessero così, non ci sarebbe più rinnovamento".
