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Destra: parte cantiere unitario, Salvini interlocutore

30 giugno 2015 | 15.31
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Verso un nuovo soggetto attraverso la Fondazione An- Alemanno: "Non facciamoci schiacciare da Lega e Fi"

Convegno di Forumdestra.it a palazzo Wedekind
Convegno di Forumdestra.it a palazzo Wedekind

Il coro è unanime: ''Dobbiamo tornare uniti", evitando di cadere nella tenaglia Berlusconi-Salvini per essere "un'alternativa credibile" alla sinistra renziana. Nella sala delle Cariatidi di palazzo Wedekind si ritrova la destra che fu, ben 24 sigle, a discutere di un 'Progetto e un Patto di unità', di futuro e alleanze. Sul palco tanti big di An, ex colonnelli, ministri e parlamentari, specialmente quelli della destra di governo berlusconiana. Ma non c'è spazio per amarcord e nostalgie del passato.

''Non mi sento un reduce, ma non mi rassegno all'idea di una destra che di fatto è divisa, ininfluente e fuori dal gioco'', tuona Roberto Menia, presidente del Comitato Tricolore. ''No, non siamo morti, o da museo delle cere, anche se ci troviamo nella sala delle Cariatidi, siamo qui per costruire il futuro'', assicura Mario Landolfi, ex ministro delle Comunicazioni.

Un solo convitato di pietra: Matteo Salvini, considerato dai più un ''interlocutore'', con cui dialogare e fare i conti, soprattutto al Sud; un potenziale alleato, che però "non può egemonizzare tutta la nostra area di riferimento". Infatti, la destra non puo' essere schiacciata dalla tenaglia Lega-Fi, avverte Gianni Alemanno. Da qui la necessità di creare attraverso la Fondazione di An una 'casa comune di tutti', una destra plurale, fatta di facce nuove e 'vecchia di guardia', a cominciare da Fdi, che "guardi anche a Fi, alle liste civiche, alle associazioni culturali e di categoria'', come propone lo stesso Alemanno.

Landolfi, con leader Carroccio dialogo ma rivendicando nostra cultura e valori

(Adnkronos) - E' l'occasione per presentare un appello, una sorta di manifesto politico di 7 pagine, che già nell'incipit dà il senso dell'iniziativa e suona come un monito a chi, ancora oggi, pensa a dividersi: ''Dobbiamo riunificare la destra italiana, lo scioglimento di An ha provocato una diaspora che ha cancellato quest'area fondamentale dallo scenario politico nazionale''. Qualcuno immagina un ritorno di Gianfranco Fini per condurre la 'cosa di destra' verso nuovi lidi, ma Alemanno taglia corto: ''Fini ha scelto lui di stare un passo indietro, si è reso conto che la sua esperienza è stata divisiva".

Alternativi a Renzi, dunque, dialoganti con la Lega e con Fi, anche se non tutti vedono di buon occhio recuperare il confronto con Silvio Berlusconi. ''Con Salvini ci voglio discutere, ma -avverte Landolfi, presidente di 'Pronti per il Sud'- dalle nostre posizioni, rivendicando la nostra cultura autenticamente nazionale, che non c'è più. Sul Sud, ad esempio, il segretario della Lega si impegni a mettere il Meridione in Costituzione". "L'interlocutore principale per noi è Fdi -dice l'ex presidente della Vigilanza Rai- ma anche Salvini e Fi sono degli interlocutori da considerare. Certo, l'assolutismo di Berlusconi non esiste più...''.

Isabella Rauti non ha dubbi: ''Salvini è sicuramente un nostro interlocutore, ci accomunano alcuni temi, la battaglia sull'euro, sulla burocrazia europea, abbiamo punti di convergenza sulle politiche migratorie''. La portavoce di 'Prima l'Italia' assicura: ''Non c'è bisogno di nuove formazioni politiche, ma di ricompattare il centrodestra, senza rimettere insieme dei cocci e basta... Alemanno è duro: ''No all'abbraccio di Salvini e Berlusconi, rischiamo di rimanere schiacciati''.

24 sigle a confronto, lanciano appello-manifesto 'Un progetto e un patto per l'unita'

(Adnkronos) - L'ex sindaco di Roma teme la morsa Lega-Fi: ''Serve una casa comune, dobbiamo ricostruire il centrodestra, coinvolgendo la vecchia guardia e giovani leve come Aricò e Rosolen, con un mix equilibrato di esperienza ed entusiamo. Dobbiamo guardare innanzitutto a Fdi, ma anche a Fi, alle liste civiche, a tutte le associazioni culturali e di categoria".

Tutti concordano sulla necessità che la Fondazione di An cambi ruolo e sia lo snodo del futuro. Il 3 ottobre si terrà l'Assemblea degli iscritti e quella sarà il d-day per le 24 sigle della piattaforrma web forumdestra.it. Ci sono, dunque, 4 mesi per provare a rifare la destra. E l'assemblea dovrà stabilire il destino dell'ente che ha raccolto l'eredità di Fiuggi: restare solo un ''museo'', un "laboratorio culturale e politico", un ''centro studi'', come dice Pasquale Viespoli o trasformarsi in un ''nuovo soggetto politico, in qualcosa di più''.

"Assistiamo -mette in guardia Viespoli- alla rottura sostanziale dell'unità nazionale, c'è bisogno di una nuova offerta politica, va recuperato il tesoretto dei valori e della tradizione della destra italiana. Servono un luogo e un simbolo che ci consentano di esprimere la nostra diversità, lo snodo può essere rappresentato dall'Assemblea della Fondazione del 3 ottobre: da qui occorre ripartire".

Assente Storace, rispetto iniziativa ma serve chiarezza

"La Fondazione di An e il suo patrimonio, soprattutto immobiliare -precisa Alemanno- devono essere utilizzati per fare politica. Ci sono tante sedi dell'ex Msi, specialmente quelle periferiche, abbandonate a se stesse, chiuse. Troviamo regole precise per utilizzare al meglio il nostro tesoretto e garantire la massima trasparenza".

Al convegno erano presenti, tra gli altri, il matteoliano Alberto Giorgetti, Italo Bocchino, attuale direttore editoriale del quotidiano Secolo d'Italia, Domenico Nania, Carmelo Briguglio, vicepresidente Comitato degli iscritti della Fondazione aennina; Silvano Moffa, presidente di Azione popolare.

Assente Francesco Storace che con un editoriale su 'Il Giornale d'Italia' dal titolo 'Per una destra che sia pulita' avverte: "Auguri a quanti oggi si riuniscono a Roma, noi non ci saremo, ma senza venature polemiche e guardando con rispetto all'iniziativa promossa da una ventina di associazioni del nostro mondo. Semplicemente attendiamo un chiarimento da parte di tutti. Perché ogni giorno cambiano gli scenari"

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