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Per Renzi sfida sul referendum per le riforme nel 2016: "Se fallisco vado a casa"

29 dicembre 2015 | 16.56
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Matteo Renzi
Matteo Renzi

Un referendum sulle riforme, sì. Ma soprattutto un referendum su di sè e il governo. E' lo stesso Matteo Renzi a indicare la dead line della legislatura caricando di un significato che va ben oltre le riforme, l'appuntamento referendario dell'ottobre 2016. "Se perdo il referendum costituzionale considererò fallita la mia esperienza politica", ha detto il premier durante la conferenza stampa di fine anno.

Il presidente del Consiglio sposta la sfida al di là delle amministrative. Non sarà un qualche intoppo nel voto dei comuni della prossima primavera a segnare la vita del governo. "Si eleggono i sindaci, non il primo ministro", chiosa Renzi. Il premier punta tutto, piuttosto, sul referendum. E se le cose dovessero andare bene, di lì partirà la marcia verso le prossime elezioni politiche. Con l'Italicum. Una legge che rende "più stabile il Paese" e che è stata portata a casa grazie "a un capolavoro parlamentare".

E nessun timore per l'eventuale ballottaggio con i 5 Stelle nonostante i sondaggi attuali vedano in difficoltà il Pd in una competizione con l'M5S. "I sondaggi non sono un problema. Se dovessi fare una scommessa oggi sulle elezioni del 2018 direi che vinciamo al primo turno". L'ultima battaglia se verrà eletto, garantisce Renzi. "Ho un profondo amore per l'Italia e sono a fare il presidente del Consiglio come mio ultimo ruolo pubblico. Quando fai il presidente del Consiglio, dopo lasci e questo per me sarà l'ultimo incarico, l'ultimo servizio pubblico".

primarie ovunque, a Roma ce la giochiamo - Sinistra dovrà spiegare perchè rompe alleanza

Al netto dei sondaggi non proprio brillanti per il Pd, Renzi dice di non essere preoccupato per le amministrative. E comunque, sottolinea il premier, "il dato di oggi è il secondo risultato nella storia del Pd: lo presi al 25%. Preferisco un Pd al 40% nelle elezioni e oltre il 35% nei sondaggi che un Pd al 25%". Quanto al Movimento Cinque Stelle "va forte nei sondaggi poi a volte le elezioni li smentiscono" come alle europee.

A gennaio il Pd metterà a punto le candidature per le amministrative e tutti, laddove non siano riconfermati i sindaci uscenti, passeranno per le primarie. A febbraio a Milano, a marzo in altri comuni. "Noi non siamo come quelli che 'espelli anche tu un senatore al giorno' o 'scopri il candidato in base all'ultima cena ad Arcore'. Noi facciamo le primarie".

E il Pd se la giocherà. Anche a Roma. "Sono convinto che il Pd alle elezioni di Roma se la giocherà nonostante il fatto che ci siano responsabilità in ciò che è accaduto e sono convinto che il prossimo sindaco farà meglio di quello che c'è stato prima", sottolinea Renzi. Anche senza l'apporto di Sinistra Italiana che, incalza il premier, dovrà motivare perché rompe l'alleanza nei comuni.

premier, unioni civili tema che divide ma ok in 2016 - rimpasto? non ci sarà

"Prendiamo atto che Sel e Sinistra Italiana non vogliono piu' stare con noi, ma il Pd non si preoccupa delle caselline o casacchine, ma sceglie i candidati migliori", ha detto Renzi sulle alleanze per le amministrative. , Uno dei temi su cui il Pd potrebbe ritrovare una sintonia, a livello nazionale, con Si potrebbe essere quello delle unioni civili. Anche perchè, Renzi garantisce che non sarà stralciato il punto della stepchild adoption, su cui insiste la sinistra e vede invece contrari i centristi.

"Io non mi tiro indietro, la discussione deve essere rapida e deve avere tempi di realizzazione stretti. A differenza di quello che avrei voluto non siamo riusciti ad approvare la legge sulle unioni civili nel 2015. Purtroppo non siamo riusciti a tenere la tabella di marcia che ci eravamo prefissati. Credo che questo sia un argomento che va depurato da temi politici. Anche nel Pd e in Fi vi sono molte divisioni, quindi è un tema divisivo, che comunque sia dobbiamo portare a casa entro 2016".

"Io farò di tutto perché il confronto parlamentare sia più serio e franco possibile e credo che vada lasciata ai senatori tutta la possibilità di esprimersi. Credo quindi che il governo non debba ricorrere alla fiducia", ha precisato il presidente del Consiglio. Quanto a un eventuale rimpasto, il premier dice che il tema non esiste. "No, non ci sarà alcun rimpasto. Se ci sarà bisogno di alcune riorganizzazioni visto che manca qualche casella, le faremo. Ma no, non ci sarà un rimpasto".

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