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Inchiesta petrolio, Grillo: "Paese ostaggio delle lobby". E il M5S scrive a Mattarella

08 aprile 2016 | 12.02
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Beppe Grillo (Adnkronos /Cristiano Camera)
Beppe Grillo (Adnkronos /Cristiano Camera)

"L'Italia è attraversata da un gravissimo pericolo che vede la politica servire le lobby del petrolio, con una fitta rete di corruzione e di ricatti, presunti dossier contro ministri, una vera e propria guerra tra bande che mette a rischio i cittadini italiani e la loro salute, l'economia del Paese e l'ambiente. Chiederemo un incontro con il presidente Sergio Mattarella affinché faccia sentire la sua voce in questo momento di grave crisi delle Istituzioni che governano l'Italia, ostaggio di un Partito Democratico che alimenta conflitti di interessi non solo con le lobby del petrolio ma anche con le lobby bancarie, tutto a discapito dei cittadini italiani". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog, annunciando la conferenza stampa che a breve avrà inizio alla Camera per parlare "della mappa del potere alla base dello scandalo Trivellopoli".

"Chiediamo al Capo dello Stato di ricevere una delegazione di Parlamentari del Movimento 5 Stelle; desideriamo parteciparLe tutta la nostra preoccupazione per quella che si sta profilando come una nuova 'Tangentopoli' e di cui stiamo iniziando ad intravvedere solo i primi segnali". E' quanto si legge in un passaggio della lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal M5S, a firma del capogruppo alla Camera Michele Dell'Orco, e in possesso dell'Adnkronos.

I grillini, nella missiva, tornano anche sulla questione che li ha visti protestare duramente in conferenza dei capigruppo al Senato per ottenere la calendarizzazione immediata delle mozioni di sfiducia . "Sarebbe stato opportuno - scrivono i 5 Stelle al Capo dello Stato - votare le mozioni prima dell'approvazione definitiva della modifica costituzionale: segnale di trasparenza e correttezza istituzionale".

"Invece si è deciso, in maniera arbitraria e irrispettosa delle istanze delle opposizioni - lamenta il M5S - che non c'è alcuna urgenza e posticipato la discussione al martedì successivo al Referendum e all'approvazione definitiva delle riforme costituzionali mentre dalle intercettazione emergerebbe, sempre con maggior chiarezza, che questo governo che fa le leggi e gli emendamenti per il compagno di un ministro e che pensa solo agli interessi personali e familistici: il conflitto di interesse, dunque, a nostro avviso, non è ravvisabile solo in capo ad alcuni esponenti governativi, bensì è tutto il governo a portare la responsabilità dei rapporti con i petrolieri, e non bastano le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi a chiudere il caso".

I 5 Stelle scrivono al Presidente come l'inchiesta e "i nuovi e ulteriori elementi che emergono delle intercettazioni", "gettano tutto il Paese, già profondamente prostrato e con milioni di italiani sempre più poveri, in un profondo senso di sfiducia nel governo e nel suo operato".

Nella mozione presentata dal Movimento "è racchiuso tutto il nostro sdegno - scrivono i 5 Stelle - e tutta la preoccupazione per un governo che riteniamo delegittimato a cambiare la Carta Costituzionale, perché 'i fatti riportati - aggiungono citando un passaggio della loro mozione di sfiducia - dimostrano l'esistenza di comportamenti governativi sanzionabili sia sotto il profilo politico sia, ove confermate le risultanze di indagini in corso, sotto quello penale, mediante cui il governo della Repubblica, attraverso i suoi membri, ha abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri'".

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