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Renzi sfida l'Ue: "Da Ventotene prendiamo per mano un continente impaurito"

23 luglio 2016 | 11.25
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Renzi sfida l'Ue:

"Il Pd, da qui al 2017, deve essere in grado di costruire un'alternativa al modello europeo". All'indomani dei fatti di Monaco, dopo la lunga serie di eventi luttuosi da Orlando a Nizza, nel mezzo di quella che lui stesso ha definito una "via crucis che tocca anche l'Italia", Matteo Renzi ha sintonizzato tutto il Pd sulle frequenze europee e indicato come parole d'ordine "speranza" e "futuro" contro la paura che sembra stringere l'Europa e il mondo intero.

All'Assemblea del partito il premier-segretario ha tenuto fede alle premesse, ignorando il quotidiano botta e risposta interno e chiedendo l'ennesima prova di unità al partito. "Discutere nell'Assemblea del 2016 di Europa non significa eliminare il dibattito interno nel Pd, ma segnala la possibilità di essere seri e credibili con noi stessi", ha premesso subito Renzi nel suo intervento in Assemblea che ha affrontato esclusivamente temi come il terrorismo, la Brexit, l'Europa e Turchia. Il premier ha promesso che "non mancheranno le occasioni di discutere. Noi facciamo lo streaming, discutiamo apertamente, non inseguiamo le lobby di nascosto. Siamo un Partito democratico". Ma, adesso, la prospettiva del Pd non può essere quella di ridisegnare i vertici del Nazareno o modificare l'Italicum. Due temi dei quali non si è trovata traccia nei vari interventi.

Così Renzi ha giocato subito il jolly: "Ad agosto la Merkel e Hollande saranno nostri ospiti per discutere e proseguire il dialogo di Berlino e Bruxelles". Appuntamento a Ventotene, il 22 agosto, perché "non ci sono più le foto a due. Si torna a Ventotene per ripartire con un'Europa degli ideali, della passione, del ruolo dell'Europa nel mondo".

In questa cornice, Renzi ha affidato al Pd una 'mission' cruciale per le sorti del Vecchio continente: "Il Pd ha la responsabilità culturale, etica e politica di portare nella discussione europea questo sguardo, non quello di preoccupazione e difesa ma quello di una alternativa di visione del mondo".

Secondo Renzi "l'Europa ha la responsabilità di aprire una fase nuova, non solo di leccarsi le ferite. Il mondo fuori è preso dal panico, non dobbiamo sottovalutare i segnali di preoccupazione ma dobbiamo anche raccontare quello che vogliamo noi".

Il contesto offre più di un argomento per spingere il Pd a raccogliere questa la sfida. "E' una tempesta perfetta", ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, elencando le questioni aperte di questi mesi: "La frustrazione dei ceti medio e medio bassi, la radicalizzazione islamica, il terrorismo, un fenomeno migratorio fuori controllo, la Brexit. Questa tempesta perfetta ridefinisce il ruolo della sinistra e della destra in Europa".

Per mettere l'Europa nelle condizioni di offrire una risposta a tutti questi problemi, secondo Renzi "il Pd deve diventare leader in Europa e non perdersi in mille discussioni interne. Il futuro è piano di minacce ma è anche il luogo più meraviglioso, il luogo nel quale l'Italia può portare se stessa e prendere per mano un continente che in questo momento sembra impaurito".

Il governo ha già indicato alcuni esempi da seguire, come quel "un euro in sicurezza e uno in cultura" come ricetta antiterrorismo che il premier ha rivendicato anche davanti ai delegati dell'Assemblea: "Dobbiamo combattere per difendere la nostra vita, che significa difendere i nostri ideali, i nostri valori, un modello culturale - ha spiegato Renzi - L'Italia deve essere leader del disegno alternativo alla paura e al terrore".

E' ovvio che, se questa è la sfida, per il premier-segretario il Pd ha la capacità di coglierla e vincerla. A patto di avere le idee chiare: "Oggi c'è una alternativa, la Destra, che c'è e guai a sottovalutarla. Poi c'è il 5 stelle. E c'è un progetto, il nostro, che non può avere paura degli altri, non può pensare ad altri. Qualcuno sostiene che il wi-fi faccia male, noi facciamo accordi con Amazon, Cisco, Apple. Qualcuno pensa di rinchiuderci in una discussione autoreferenziale e interna e noi lanciamo il guanto di sfida all'Europa da Ventotene. Perché la politica è fatta di ideali".

La tensione tra maggioranza e minoranza per un giorno è sembrata così allentarsi. Gianni Cuperlo nel suo intervento ha puntato il dito sulla sinistra europea ("afona"), Roberto Speranza ha chiesto un "atto rifondativo del socialismo europeo". Ma di Italicum, liste, coalizioni o referendum nessuno ha parlato nei vari interventi. Anche l'ultima polemica, quella sul vice segretario unico, è sembrata rimanere sullo sfondo. "Non esiste", ha spiegato Luca Lotti, le cui parole su questo argomento alla festa dell'Unità di Prato avevano alimentato la discussione della vigilia.

"Quella del vice segretario unico è una ipotesi molto giornalistica. C'è un segretario che deve assumere le decisioni e le assumerà nelle prossime settimane, non credo oggi. Noi siamo sempre in discussione", aveva spiegato il vice segretario Lorenzo Guerini. Mentre Matteo Orfini, alla fine dell'Assemblea, ha sottolineato: "Credo che i nostri vice segretari abbiamo svolto bene il loro compito. Il dibattito sui nomi non mi interessa, se vogliamo riflettere sul Pd dobbiamo riflettere su come farlo funzionare meglio, su come renderlo più accogliente e inclusivo. Ma gli assetti non interessano".

Formalmente, sarà la prossima Assemblea, quella di fine anno, ad avere al centro la questione del partito. Per adesso, l'attenzione di Renzi resta rivolta a Ventotene.

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