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Bersani: "Di Maio è un bel democristianone, il Pd non esprime più le sue origini"

29 luglio 2016 | 14.35
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(Fotogramma)
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"Con i 5 Stelle bisogna essere più sfidanti, Di Maio è un bel democristianone. Io da sinistra vorrei dirgli che sui cittadini ci arrivo prima io, e aggiungo anche un concetto di uguaglianza, un contenuto sociale”. Lo ha detto Pierluigi Bersani a 'Ponza d'autore'.

L'ex segretario del Pd ha parlato anche di riforme. "Se vincesse il no non accadrebbe nulla, sarebbe giusto che Renzi restasse al suo posto - ha osservato - Per come è stata messa giù la questione però, certamente il giorno dopo si creerebbe un problema politico".

"Adesso vedo che Jim Messina gli ha detto di non personalizzare il referendum, ma io gliel'ho suggerito gratis ben prima, forse se mi fossi chiamato Jim Bettola la cosa sarebbe passata - ha aggiunto - Legare un governo a una Costituzione è un errore, la Costituzione non c'entra col governo. Che precedente creiamo? Che ogni governo che arriva si fa la sua Costituzione?”.

Per Bersani, “la gente non mangia pane e referendum, ci sono altri problemi, non possiamo passare tutti giorni a parlare del referendum. Quando vedo lo slogan 'basta un sì' penso: basta un sì per risolvere che cosa delle cose che premono ai cittadini? Io contesto questo modo di dare l’appuntamento epocale, non aiuta".

Poi il partito. "Renzi ha un po’ smantellato il Pd, lo riconosco - ha detto Bersani - Il Pd non è più quel partito che esprime le sue origini, che sono di stampo ulivista, un partito che deve tenere insieme dalla sinistra anche radicale ma disposta ad ingaggiarsi sul governo fino a un civismo che c’è in giro per l’Italia, sempre sull’asse del riformismo. Dopo la sberla delle ultime amministrative, ci sono le energie”.

"Verdini e Renzi si conoscevano già da prima, ci troppe cose in pochi chilometri lì in Toscana. Io non sono mai stato a cena con Verdini, ma non ce l’ho con lui ma con il verdinismo - ha spiegato l'ex segretario del Pd - L’idea per cui uno fa il ‘portage’ negli equilibri parlamentari di transfughi che vanno e vengono corrisponde all’antica storia del trasformismo italico, che a sua volta corrisponde a un messaggio verso il Paese: 'Franz o Spagna, purché se magna'".

Bersani ha aggiunto: "Inoltre è vero che uno è innocente fino a prova contraria, però in modica quantità, se hai sei procedimenti qualcosa non va. La domanda da fare a Verdini è: ora quei venti li riporti a Berlusconi? Sarebbe da proporgli di mettere un semaforo alla Camera, lo manovra lui, fa il vigile e ci dice chi passa e chi no".

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