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Italicum, Renzi: "Noi non prendiamo l'iniziativa di una nuova legge elettorale"

03 ottobre 2016 | 10.11
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Matteo Renzi (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Matteo Renzi (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"I sondaggi si assomigliano tutti: il 50% ha deciso, il 50 no. E' tutto aperto. C'è una parte che ha già deciso e un'altra che è ancora indecisa. Il 50% di indecisi è un dato pazzesco, quindi è ancora una partita aperta. I no sono in vantaggio? Se ragiono sui partiti, quelli favorevoli alla riforma sono al 35% gli altri al 65. Se dunque si è al 50 e 50 allora abbiamo già recuperato molto". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite a Radio Popolare.

"La riforma costituzionale non dà più poteri al presidente del Consiglio. I poteri cambiavano con la riforma della Bicamerale di D'Alema o quella di De Mita-Jotti, cambiavano con la riforma del centrodestra di Berlusconi. Con questa riforma non aumentano i poteri del premier, dove sta scritto? Ho chiesto a Zagrebelsky, Travaglio o a Smuraglia dove l'hanno letto ma nessuno l'ha ancora trovato. Io dico che in questa riforma ci sono più garanzie, a cominciare dallo statuto delle opposizioni", ha detto ancora Renzi.

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Il presidente del Consiglio ha ribadito poi che il Pd non presenterà una formale proposta di correzione dell'Italicum. "Noi non prendiamo l'iniziativa di una nuova legge elettorale ma diamo la disponibilità vera, sostanziale, puntuale con gli altri partiti politici ad andare a vedere le carte" ha affermato Renzi.

"La legge elettorale è meno importante della riforma - ha sottolineato - per cui se serve cambiarla si cambia. Ma non decido io a cosa dire di sì e di no. E' una scelta che fa il Parlamento. Ma non si dica che la legge elettorale vigente, che è simile a quella per i sindaci, è antidemocratica".

"Non c'è un solo cittadino in Italia - ha concluso Renzi - che pensa che la legge elettorale abbia questa importanza. E' importante per i politici. Tutta la discussione sulla legge elettorale nasce dalla comprensibile esigenza della classe dirigente di capire quale futuro gli si prospetta".

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