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M5S, inchiesta firme false: indagati a Palermo. La Rocca si autosospende

(Foto AdnKronos)
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18 novembre 2016 | 13.42
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Claudia La Rocca, la deputata regionale siciliana dell'Ars, che ha deciso di collaborare con i magistrati di Palermo nell'inchiesta sulle firme false, autoaccusandosi di avere partecipato alla falsificazione delle liste, si autosospende dal M5S. Ad annunciarlo all'Adnkronos è la stessa deputata: "Mi sono appena autosospesa dal M5S".

La Rocca ha così seguito l'invito, arrivato dal blog di Beppe Grillo in un post scriptum, con la richiesta "a tutti gli indagati nell'inchiesta di Palermo di sospendersi immediatamente dal MoVimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell'indagine nei loro confronti a tutela dell'immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti". "L'avvenuta sospensione - viene chiarito sul blog - deve essere comunicata attraverso una mail all'indirizzo listeciviche@movimento5stelle.it".

Prosegue, intanto, senza sosta, l'indagine della Procura di Palermo, coordinata dal Procuratore aggiunto Dino Petralia e dal pm Claudia Ferrari, sulle firme false in occasione delle amministrative di Palermo del 2012. Tra gli indagati c'è proprio Claudia La Rocca, che era entrata nella stanza di Petralia da testimone e ne è uscita accompagnata dal suo legale, in veste di indagata. Sarebbero otto gli indagati con l'accusa di violazione del testo unico 570 del 1960. Un reato punibile da due a cinque anni di carcere. Tra loro, ci sarebbero anche dei deputati palermitani nazionali del M5S.

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Ed entro la prossima settimana sarà terminata l'istruttoria dei magistrati, come si apprende da ambienti giudiziari, e subito dopo potrebbero iniziare gli interrogatori, anche se non è certo che vengano fatti. Al momento, nessuno dei deputati che risulterebbero coinvolti nella falsificazione delle firme, secondo le testimonianze raccolte, tranne Claudia La Rocca, ha chiesto di essere interrogato dalla Procura.

Sono state sentite anche, ma in Questura, le decine di persone che cinque anni fa avevano firmato le liste. Molte delle quali hanno disconosciuto le proprio firme.

Prima di recarsi in Procura a spiegare ai magistrati quanto accaduto la notte di aprile del 2012 in via Sampolo, nella sede del M5S di allora, per falsificare le firme, la deputata del M5S all'Ars Claudia La Rocca aveva informato della sua intenzione anche Beppe Grillo. Nella telefonata, La Rocca avrebbe spiegato al leader dei Pentastellati il motivo della sua decisione, presa dopo l'appello lanciato dallo stesso Grillo sull'inchiesta: "Chi sa parli'. Prima ancora la deputata ne aveva parlato con i suoi colleghi parlamentari a Palazzo dei Normanni.

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