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Ue, Juncker: "I trattati vanno cambiati e adattati al mondo attuale"

09 dicembre 2016 | 15.36
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(Fotogramma)
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Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha chiesto una modifica dei trattati Ue, parlando oggi a Maastricht, in Olanda, durante un discorso del 25esimo anniversario del trattato omonimo. "Non credo che possiamo limitarci alle norme che abbiamo attualmente", ha detto il politico lussemburghese, sottolineando che, per esempio, si dovrebbe creare una nuova "orbita" per tutti quei Paesi che non desiderano cooperare in modo così stretto in tutti gli ambiti come gli altri Paesi. 

"Non sarebbe affatto una tragedia né una crisi: sarebbe un'opportunità - ha aggiunto - dobbiamo adattare i trattati al mondo attuale". Nel contempo, Juncker ha chiarito che un progetto con queste caratteristiche non si verificherà durante il suo mandato, che avrà termine nel 2019.

"Non è una cosa per domani, e neppure per i prossimi due o tre anni", ha spiegato. Attraverso il Trattato di Maastricht, che venne negoziato nel dicembre 1991, la Comunità Europea divenne due anni dopo l'Unione Europea nella struttura attuale. L'accordo ha permesso la creazione di una politica estera e di sicurezza comune, come pure la collaborazione nel campo della giustizia e degli affari interni. In aggiunta, venne creata l'Unione Economica e Monetaria.

"Se fa troppo caldo in cucina, devi cambiare la stanza, dicono i tedeschi - continua Juncker - e fa troppo caldo in cucina per alcuni Stati membri. I britannici, per esempio, non si sentono a proprio agio, perché fa troppo caldo; i turchi, una cosa che non dovrei dire... dobbiamo inventare una nuova 'orbita' per quei Paesi europei che non vogliono far parte di tutti gli ambiti in cui lavoriamo insieme".

"Questa - conclude Juncker - sarebbe un'occasione, non una tragedia e renderebbe le cose più chiare. Dobbiamo muoverci in quella direzione, avendo non un 'inner core', non mi piace questa espressione, ma più cooperazione strutturata. Cose che un certo numero di Stati membri devono fare insieme e poi ci sono Stati membri che vogliono avere un approccio diverso".

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