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Berlusconi: "Il futuro di Renzi? È giovane, può sempre iscriversi a Forza Italia"

27 gennaio 2017 | 10.19
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Silvio Berlusconi (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Silvio Berlusconi (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

"Renzi mai più a Palazzo Chigi? Dipende solo da lui, se vince le elezioni sì. Il futuro di Renzi? È giovane, può sempre iscriversi a Forza Italia...". Lo dice il presidente di Fi, Silvio Berlusconi, in un'intervista al 'Foglio'. "Renzi è il leader del suo partito. Non c'è nulla di strano nel fatto che, se vince le elezioni, guidi il governo. Naturalmente deve essere in grado di raccogliere una maggioranza nel Pd e in Parlamento''.

E' possibile che le strade politiche di Berlusconi e Renzi si incrocino e insieme possano dare vita a un unico partito dei moderati? "Non so rispondere. Di fantascienza non mi occupo. Se Renzi un giorno decidesse di diventare un moderato, lasciasse il Pd e chiedesse di iscriversi a Forza Italia, immagino che non mi opporrei. In fondo - afferma Berlusconi - è giovane, ha tempo per ricredersi e per correggersi''.

Per quanto riguarda "le coalizioni imposte dalla legge elettorale, lo hanno dimostrato sia l’Ulivo che l’Unione: non funzionano. Anche nel centrodestra la convivenza obbligata con partner recalcitranti, se non addirittura infidi, ha reso molto più difficile la nostra azione di governo e ci ha impedito di fare alcune riforme, dal fisco alla giustizia, che consideravo indispensabili".

"Quindi non mi appassionerei a questo problema - prosegue l'ex premier - soprattutto in una fase nella quale la trasformazione del sistema politico da bipolare a tripolare rende qualsiasi sistema maggioritario inapplicabile se non a prezzo di una grave distorsione della democrazia. Per questo io chiedo una legge elettorale proporzionale, per vincere nell’ambito del centrodestra: un’alleanza che deve basarsi su valori e programmi condivisi e non può essere solo una somma di partiti che stanno assieme, costretti dalle regole elettorali, per provare a vincere. Se poi in Italia oggi non esistesse una maggioranza di cittadini pronta a sostenere uno schieramento, allora non potremmo far guidare il Paese ad una piccola minoranza (piccola perché metà degli italiani comunque non vota)", osserva.

"In ogni caso - per Berlusconi - dovrà essere il Parlamento ad occuparsene, sulla base delle regole e dei paletti fissati dalla Consulta. Ma non è pensabile che in una democrazia sia un organo giurisdizionale, e non un organo legislativo, a scrivere la legge elettorale. In effetti, alla luce della sentenza dell’altro ieri, si pone la necessità di armonizzare i sistemi elettorali di Senato e Camera, come giustamente indicato dal Capo dello Stato".

"Questo non può essere un pretesto per dilazionare l’appuntamento con le urne, per rinviare ancora il legittimo diritto degli italiani di scegliere finalmente da chi vogliono essere governati, dopo quattro governi di seguito non eletti dal popolo. Ma la necessità di un intervento legislativo esiste certamente: abbiamo bisogno di una legge elettorale il più possibile condivisa - conclude il Cavaliere - che garantisca la piena corrispondenza della maggioranza parlamentare alla maggioranza degli elettori".

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