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Renzi riparte da Lingotto: "Vogliamo essere eredi, non reduci"

10 marzo 2017 | 18.32
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(Fotogramma)
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"Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia. Ma noi abbiamo la responsabilità di fare tesoro degli errori, rilanciare sugli ideali e i contenuti e restituire una speranza al Paese. Ripartiamo dai luoghi che hanno segnato la nostra storia e tradizione". Lo dice Matteo Renzi nel suo intervento al Lingotto.

"Ad Andrea Orlando e Michele Emiliano un caloroso in bocca al lupo e l'assicurazione che da parte nostra non verrà mai una polemica come quella che abbiamo dovuto subire", dice Renzi salutando gli avversari al congresso del Pd. "Qui Veltroni, cui va il nostro saluto, volle il primo atto del nuovo Pd ma noi non siamo in un luogo della nostalgia, non pensiamo che il collante possa essere la nostalgia -prosegue-. O il Pd dà una visione per i prossimi dieci anni al Paese o non serve più. Siamo qui per cercare di ridare un senso alla parola 'compagno'. Per discutere, e dialogare".

"Vogliamo essere eredi, non reduci"

"Il futuro non va più di moda ma è la nostra sfida, la paura è l'arma elettorale degli altri. Noi siamo qui per rivendicare il domani, per non lasciarlo alla paura -afferma-. Noi non pensiamo che possa essere un collante la nostalgia. Noi siamo qui per rivendicare il domani, lottando e non rimpiangendo. C'e' una diversità tra essere eredi, come vogliamo essere noi, eredi della tradizione migliore, ed essere reduci".

Dopo aver chiarito che "siamo convintamente al fianco del governo Gentiloni", Renzi evidenzia che "il Pd è l'unica alternativa al partito azienda da una parte e al partito algoritmo dall'altra. I 5 Stelle sono passati nel giro di 48 ore dal movimento più anti europeo in assoluto, quello di Farage, a quello più europeista: semplicemente è che avevano da piazzarsi dimostrando l'idea di un'Europa a la carte che noi non abbiamo".

"Facile parlare di lavoro nei convegni"

"No alle battaglie rancorose di chi fa polemica contro qualcuno e non contro qualcosa. Noi siamo altro, noi siamo altrove rispetto a chi fa battaglie personali contro qualcuno", continua Renzi, evidenziando ancora le distanze rispetto al M5S: "Noi vogliamo un paese fondato sul lavoro, non sui sussidi e l'assistenzialismo".

Non manca l'autocritica ripensando all'azione di governo: "Alcune delle riforme che abbiamo messo in campo non hanno funzionato. A cominciare dalla riforma della scuola. Pensavamo che investire tante risorse sulla scuola fosse importante ma le modalità con cui lo abbiamo fatto sono discutibili".

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