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Gentiloni: "Berlusconi non è populista, sua coalizione sì"

24 gennaio 2018 | 11.17
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(Afp)
(Afp)

"No" all'ipotesi di una coalizione di governo con il centrodestra di Forza Italia e Lega. Così Paolo Gentiloni risponde, da Davos, a una domanda nel corso di un'intervista a Cnbc. "Per rispondere alla sua domanda in modo diretto - ha dichiarato il presidente del Consiglio - no, non sarei interessato" a dar vita a una coalizione di governo con il blocco di centrodestra.

Quanto al rischio di un Parlamento 'in sospeso' in conseguenza del voto, "speriamo - ha detto Gentiloni - che questo non sia il caso e che il centrosinistra che rappresento abbia la maggioranza".

"In ogni caso credo che saremo il pilastro di una possibile coalizione e abbiamo una certa 'expertise' in materia di flessibilità nel mio Paese". "Ma - ha proseguito - credo che la posizione populista antieuropeista non prevarrà e l'Italia manterrà la propria stabilità".

"Non chiamerei Berlusconi un populista, ma prendo atto del fatto che ha una coalizione dove i populisti e i no euro sono non solo rilevanti ma predominanti" ha poi detto Gentiloni in un'intervista a Bloomberg Tv dal Wef di Davos.

"Non siamo sicuri del fatto che questa coalizione abbia idee uguali o simili su 10 o 20 questioni, ed è abbastanza strano per una coalizione non avere le stesse idee", ha aggiunto il premier ribadendo che "la coalizione con il centrodestra non è nei nostri piani. Ora siamo in campagna elettorale, e la campagna elettorale sta dimostrando che l'unico modo per continuare le riforme è rafforzare chi queste riforme le ha fatte".

TRUMP E PROTEZIONISMO - Nell'intervista a Cnbc Gentiloni ha risposto, tra l'altro, alle domande sulla linea seguita dall'amministrazione Trump, con il varo di dazi su importazioni, a cominciare da lavatrici e pannelli solari.

"Rispetto totalmente il fatto che" Trump "sia stato eletto con l'idea di mettere l''America first' e che stia cercando di andare in quella direzione. Ma, come europei e italiani, dobbiamo evidenziare il fatto che rispettare e proteggere gli interessi dei cittadini statunitensi, che è corretto, non può significare che noi mettiamo in discussione l'intelaiatura delle nostre relazioni commerciali - ad esempio - che si sono rivelate estremamente utili per la crescita". Il dibattito è aperto, afferma il presidente del Consiglio, ma "la base della discussione dovrebbe continuare ad essere il sostegno all'apertura, al libero commercio, agli accordi e non al protezionismo".

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