"Le mie sono scelte politiche dettate unicamente dalla coerenza, dalla lealtà e dal rispetto del voto degli italiani. Chiunque parli di soldi, prestiti, fideiussioni, regali e ricatti inesistenti a me e alla Lega se finora è stato ignorato, da domani sarà querelato". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, reagisce alle accuse lanciate stamane dal leader Cinquestelle Luigi Di Maio, che aveva parlato di un'Italia che "non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito" e che in serata, a 'Porta a Porta', ha ribadito: "Ho il serio sospetto che ci sia un serio rapporto economico tra Lega e Berlusconi: nei momenti di difficoltà Berlusconi è intervenuto per aiutare la Lega".
"Io sono fedele non a Berlusconi ma agli elettori", ha continuato Salvini intervenendo al Tg di La7. Di Maio ha "girato tutti i forni e li ha trovati chiusi" anche se "quello di Renzi non so se è chiuso". "Ma per me la coerenza è un valore" perché al centrodestra gli italiani "hanno dato 12 mln di voti". "Prudenza vorrebbe che io chiedessi le elezioni, perché io sono l'unico che ha da guadagnare dal voto" ma "io non lavoro per le elezioni domattina".
"Nessun ricatto sul simbolo - ha assicurato ancora -. Tutto quello che faccio lo faccio con la mia testa. Noi abbiamo chiesto soldi ai nostri candidati e ai nostri elettori". "Da domani - ha ribadito - chiunque dica queste cose verrà denunciato" perché "la coerenza non deve venir scambiata per opportunismo e capriccio".
Ma le accuse del pentastellato non fermano Salvini, che continua a tenere aperta la porta al Movimento per un esecutivo insieme: "Anche domattina - dice ancora il leghista - sono pronto ad andare a un tavolo con Di Maio, nonostante gli insulti, per tagliare la Fornero e fare le altre cose che vogliono gli italiani. Io ho fretta che ci sia un governo che vada a difendere gli interessi degli italiani a Bruxelles".