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Salvini sfida Malta

10 giugno 2018 | 17.15
LETTURA: 5 minuti

Immagine di repertorio (Afp) - AFP
Immagine di repertorio (Afp) - AFP

"#Chiudiamoiporti". E' con questo hashtag, accompagnato da un tweet con una foto che lo ritrae a braccia incrociate e con lo sguardo deciso, che il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, conferma la decisione di non accogliere nei porti italiani la nave Aquarius, con oltre 600 migranti a bordo.

Il Viminale non vuole autorizzare lo sbarco, ritenendo che, trovandosi l'imbarcazione a 43 miglia da Malta, sia la capitale La Valletta "il porto più sicuro". Poco prima il leader della Lega aveva annunciato sempre sui social, prima su Facebook e poi con un cinguettio: "Da oggi anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia".

"La nostra capitaneria di Porto ha scritto reiteratamente all'autorità de La Valletta affinché, per la prima volta dopo molto tempo, Malta fosse messa di fronte alle sue responsabilità. Ed è nostra intenzione che risponda ufficialmente alla nostra richiesta di apertura dei suoi porti per il salvataggio delle centinaia di naufraghi presenti sulla nave Ong Aquarius". E' quanto scrivono in una nota congiunta il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli. "L'isola - continuano i due ministri - non può continuare a voltarsi dall'altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati. Il Mediterraneo è il mare di tutti i Paesi che vi si affacciano e non si può immaginare che l'Italia continui ad affrontare questo fenomeno gigantesco in solitudine. Ecco perché chiediamo al governo di La Valletta di accogliere la Aquarius per un primo soccorso ai migranti a bordo. Noi continueremo a salvare vite umane, altri restano nel torto".

LA REPLICA- Malta non sembrerebbe voler accogliere l'invito dell'Italia. Non c'è ancora una risposta ufficiale alla lettera, ma in una prima reazione, affidata a 'Malta Today', un portavoce del governo maltese avrebbe chiarito: "Il salvataggio è avvenuto nell'area di ricerca e soccorso libica ed è stato coordinato dal centro di coordinamento di soccorso a Roma, Malta non è né l'autorità coordinatrice né competente in questo caso".


L'OFFERTA DI NAPOLI E DI PALERMO - "Se un Ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte, bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli" twitta il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. " Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi, per salvare vite umane''. Dopo la proposta partenopea arriva anche quella di Palermo. "La città che a partire dal proprio nome è 'tutta un porto', è stata e sarà sempre pronta ad accogliere le navi, civili o militari che siano, impegnate nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo - dichiara Leoluca Orlando -. Quelle navi e quegli uomini che rispettano la legge del mare e la legge internazionale, sottraendo alla morte uomini, donne e bambini che alcuni vorrebbero consegnare nelle mani della criminalità internazionale. A violare la legge internazionale, quella che impone come priorità assoluta il salvataggio delle vite umane, è il ministro dell'Interno italiano che, qualora ce ne fosse stato bisogno, ha dato ulteriore dimostrazione della natura culturale dell'estrema destra leghista''.



L'APPELLO DEL PD
- "Il presidente Conte assuma un'iniziativa di fronte a quello che sta accadendo dopo le scelte di Salvini'' scrive Facebook il segretario reggente del Partito democratico Maurizio Martina. ''Il nostro Paese sino a qui ha saputo unire sicurezza e accoglienza - ha scritto Martina - Gli sbarchi si sono ridotti dell'80% dall'anno scorso, non c'è nessuna emergenza ora. L'Italia non va lasciata sola e oggi più che mai non servono drammatici braccio di ferro tra Paesi ma soluzioni coordinate. Chiudere i porti in questo modo può portare solo a gravi rischi umanitari".

MEDICI SENZA FRONTIERE - "La #Aquarius sta aspettando l'assegnazione di un porto sicuro". E' il tweet di Medici senza frontiere, che, in un successivo spiega di temere "che ancora una volta la politica degli Stati Europei sia posta al di sopra della vite delle persone. La priorità deve essere la sicurezza e il benessere delle persone a bordo".

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