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Diciotti, botta e risposta Conte-Malta

12 settembre 2018 | 10.04
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(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Botta e risposta tra Italia e Malta sul caso della nave Diciotti. "Constatata l'inerzia delle autorità Sar maltesi, il Comando Generale delle Capitanerie valutava come probabile la necessità di un intervento di soccorso per trasferire su altra unità tutti gli occupanti, o quantomeno una parte di essi, per alleggerire il barcone una volta che fosse entrato nell’area di responsabilità nazionale": così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in Aula al Senato, durante un passaggio dell'informativa sul caso Diciotti.

"Quello che è cambiato rispetto al passato - assicura il premier - è che l’Italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti, contribuendo seppure involontariamente a incrementare il traffico di esseri umani e supplendo alla responsabilità che spetta all’Unione europea, ottundendo il vincolo di solidarietà che grava su ciascuno Stato membro".

MALTA - Arriva poi la replica di Malta, definendo "inaccurati i suoi commenti" relativi alla vicenda. In una nota, il governo della Valletta "ha ribadito che nel caso della Diciotti il governo italiano aveva chiaramente la responsabilità dello sbarco (dei migranti) secondo gli obblighi derivanti dal diritto internazionale ed europeo".

"In nessun caso - ha rivendicato La Valletta, replicando alle accuse di 'inerzia' mosse dal presidente del Consiglio nel suo intervento al Senato - Malta è venuta meno ai suoi obblighi sulla base del diritto internazionale. Anzi, contrariamente a quanto detto dal premier, Malta ha offerto la sua assistenza, che è stata rifiutata". Nel ricostruire in dettaglio tutti i passaggi della vicenda, il governo maltese sottolinea quindi che "nel caso in cui l'esecutivo italiano insista nel sostenere che si è trattato di un caso" avvenuto nelle acque di Search and rescue (Sar) maltesi, "allora ogni salvataggio nella regione Sar maltese avrebbe dovuto essere coordinato dalle autorità competenti e lo sbarco sarebbe dovuto avvenire nel posto sicuro più vicino all'evento, in questo caso Lampedusa".

"Se il governo italiano sceglie di designare Lampedusa non come posto sicuro, dovrebbe sostenere l'onere di fornire un'alternativa - conclude la nota - Malta rinnova il suo appello per una cooperazione internazionale continua e per smettere di fare dichiarazioni pubbliche che sono false".

CONTE -
Nel ripercorrere la vicenda, Conte sottolinea come fossero "le imbarcazioni maltesi sostanzialmente ad 'indicare' la rotta ai migranti". Gli elementi illustrati durante l'informativa sul caso, spiega ancora, "ci inducono a concludere che, senza l’intervento concreto e diretto della Guardia Costiera italiana, molte di queste persone sarebbero morte".

Conte ha subito sottolineato, come "il 15 agosto (alle ore 8:53) l’Autorità maltese, precedentemente compulsata da quella libica con apposito messaggio, assumeva la responsabilità del caso a seguito della localizzazione, effettuata da proprie unità aeronavali, in acque SAR maltesi in una posizione distante circa 50 miglia a sud di Malta e circa 100 miglia da Lampedusa".

Le operazioni italiane sulla nave Diciotti, ha continuato il premier, "hanno inteso sempre privilegiare la salvaguardia delle vite umane e della dignità delle persone, coniugando tale intendimento con l’altrettanto necessario rispetto degli obblighi derivanti dalla vigente normativa internazionale e convenzionale sul salvataggio in mare e sul diritto d’asilo dei migranti".

Per Conte la vicenda "non è stata una bella pagina per l'Europa: che ha perso l'occasione per dare concretezza a quei principi di solidarietà e responsabilità che vengono costantemente evocati come valori fondamentali dell’ordinamento europeo". Il governo italiano ha ribadito, "fin dall’avvio del caso Diciotti - ha rimarcato Conte - la propria convinzione che essa dovesse necessariamente essere affrontata in linea con i principi di solidarietà e di condivisione tra i Paesi dell’Unione Europea in materia di gestione dei flussi migratori".

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