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Di Maio: "Io bugiardo? Non ci sto"

19 ottobre 2018 | 14.03
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"Salvini deve smetterla di fare il fenomeno". Luigi Di Maio si sfoga con una pattuglia di fedelissimi e non vuole "passare da bugiardo", come scandisce in diretta Facebook. Il dl fiscale è diventato una vera e propria mina vagante e a Matteo Salvini non sarebbe affatto andata giù la storia della 'manina'. "Non voglio passare da bugiardo e quando mi si dice che ero distratto, non ci sto" mette in chiaro Di Maio. "Se oggi Salvini sul condono penale e tombale per gli evasori dice che non vuole passare per fesso io non posso passare per bugiardo - sottolinea il ministro del Lavoro - Chiariamo: nel Cdm di lunedì è stato letto il comma 9 con il condono penale per gli evasori? E' stato detto che c'erano delle norme che favorivano l'evasione con fondi all'estero? La risposta è no".

"Quando si dice che Conte leggeva e Di Maio scriveva si dice una cosa che non è vera - aggiunge Di Maio riferendosi alle parole di Salvini - Nel Cdm, come è sempre stato, non si legge un provvedimento norma per norma ma si enunciano i principi generali. Conte ha enunciato i principi generali dell'accordo sulla pace fiscale". Nel dl fiscale "non abbiamo mai parlato di condono penale e di fondi esteri. Lo dico perché sono due le cose: o anche Salvini era d'accordo con il condono penale per i grandi evasori, l'ha sentito e non ha detto niente, ma non è vero perché ci sono i ministri M5S e il presidente del Consiglio a testimoniarlo, o è come ho detto io". Di Maio si dice comunque contento del fatto che "non c'è volontà di andare avanti con il condono, a sentire le dichiarazioni della Lega. Domani sistemiamo ma rivedremo i regolamenti del Cdm: ci devono essere procedure più chiare, così se qualcuno si distrae resta tutto agli atti e non ci sono malintesi".

Di Maio risponde a Salvini anche sul decreto sicurezza: "Sono d'accordo che il dl sicurezza deve essere difeso da tutto il governo, ma se ci sono degli emendamenti e non c'è un accordo politico non è per colpa del M5S. Con il dl dignità c'erano molti emendamenti della Lega e io stavo qua e risolvevamo tutti i problemi. Non è colpa mia se io e Salvini non ci siamo potuti confrontare sul dl sicurezza, è legittimo stare in campagna elettorale in Trentino ma non ci si può lamentare che non abbiamo sciolto i nodi".

A quanto apprende l'Adnkronos Di Maio con Salvini intende chiarire anche il ruolo di Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio considerato il Richelieu del Carroccio. Stavolta sotto accusa, viene raccontato da autorevoli fonti di governo grilline, per non aver voluto convocare quel preconsiglio dei ministri che avrebbe dovuto definire nel dettaglio i contenuti tecnici dei provvedimento approvati lunedì scorso in Cdm. Dunque manovra e dl fiscale.

"Con la scusa di voler evitare fughe di notizie alla stampa - spiegano le stesse fonti - Giorgetti l'ha tirata talmente per le lunghe che il preconsiglio non si è mai tenuto. Risultato? Al Cdm si è arrivati con un foglietto volante", sottolineano fonti M5S. Ma c'è di più. Tra i 5 Stelle serpeggia un'accusa pesantissima verso il sottosegretario, dal primo giorno inviso a molti nelle file del Movimento. E che Di Maio intende sottoporre a Salvini nelle prossime ore.

Si tratta del presunto inserimento, ad opera di Giorgetti, di due norme mai concordate con gli altri membri di governo: una su un condono per le società sportive dilettantistiche - il cui 'stralcio' avrebbe provocato una sfuriata del leghista, portandolo addirittura ad abbandonare la riunione - l'altra, rimarcano fonti grilline, relativa a Pantelleria e ai bilanci pregressi dell'isola perla del Mediterraneo, peraltro amministrata da un sindaco 5 Stelle dal giugno scorso.

Di concreto c'è che la diffidenza di Di Maio e dei 5 Stelle nei confronti di Giorgetti - considerato pedina irrinunciabile dei leghisti e interlocutore anche del Quirinale - ha superato i livelli di guardia. C'è chi si chiede, nelle fila grilline, come si possa andare avanti in un clima di tale diffidenza e sospetto. Altra spina nel fianco, la 'coabitazione' al Mef di Laura Castelli e Massimo Garavaglia, considerato dai 5 Stelle altro "avvelenatore di pozzi".

"Sono stati lui e Giorgetti ad informare Matteo nelle ultime ore - avrebbe lamentato ieri sera Di Maio ad alcuni ministri M5S - facendo alzare il livello di scontro. Ma sono certo che chiarendo verrà ripristinata la verità. E che su condono penale e scudo fiscale la Lega saprà fare un passo indietro. I patti del resto erano chiari...".

Eppure il braccio di ferro sembra ben lungi dal rientrare. Oggi sul terreno di scontro entra anche la sanatoria per gli abusi edilizi per le case danneggiate o crollate in seguito al terremoto di Ischia, "uno scempio" l'etichetta Salvini annunciando la volontà della Lega di fermarlo con una norma ad hoc.

La risposta dei vertici M5S non si fa attendere. "La norma sul condono edilizio - sottolineano all'Adnkronos - è stata chiesta dai sindaci locali, per giunta vicini al centrodestra, ed era stata sottoposta a Salvini oltre che a Di Maio. Vorrà dire che la Lega bloccherà la ricostruzione, problemi loro. Ma è singolare che lo stesso stop non arrivi dai leghisti per le case colpite dal sisma nel Centro Italia".

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