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Caso Salis, il padre di Ilaria: "Chiederemo domiciliari in Ungheria"

12 marzo 2024 | 16.27
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Quanto alle condizioni di detenzione, sono leggermente "migliori" rispetto a prima, ma Ilaria è piuttosto "agitata" e "demoralizzata" per le continue interferenze del governo ungherese sulla magistratura

Ilaria Salis
Ilaria Salis

I legali di Ilaria Salis, l'insegnante detenuta in Ungheria da oltre un anno perché accusata di violenze nei confronti di due neonazisti, chiederanno per la loro assistita gli arresti domiciliari in quel Paese, anziché in Italia come fatto finora. Lo annuncia Roberto Salis, padre della donna, in una conferenza stampa nella sede del Parlamento europeo di Strasburgo, dove è in corso la sessione plenaria.

"A breve - afferma Salis - ci sarà la prima udienza operativa, perché finora è stata un'udienza preliminare. Avrà anche un momento importante, perché finalmente presenteremo l'istanza per i domiciliari in Ungheria. Finora l'istanza per i domiciliari è stata presentata ben tre volte, però facevamo richiesta dei domiciliari in Italia, perché i problemi di sicurezza che riguardano il caso di nostra figlia non ci consigliavano di fare altrimenti. Sarà un'istanza presentata alla luce anche di quelle che sono le norme europee".

"C'è una decisione quadro del 2009, la numero 829 - continua - che è stata realizzata espressamente per cercare di garantire che qualsiasi cittadino europeo, dovunque compia un reato, abbia gli stessi diritti di condizioni di carcerazione alternative rispetto a chi risiede nel Paese dove avviene il fatto", conclude.

Quanto alle condizioni di detenzione, fa sapere ancora il padre di Ilaria, sono leggermente "migliori" rispetto a prima, ma è piuttosto "agitata" e "demoralizzata" per le continue interferenze del governo ungherese sulla magistratura.

"Sicuramente ci saranno delle difficoltà diplomatiche - afferma - devo dire che, fino a quando il caso è diventato mediatico, c'è stata probabilmente un'azione da parte del governo molto meno efficace di quello che è successo invece dal 31 gennaio in poi. Qualcosa è cambiato nel momento in cui ci sono state quelle immagini, che hanno cambiato un po' le regole del gioco. Ci sono stati anche dei piccoli miglioramenti nella detenzione. Permane comunque un sistema carcerario che ha delle carenze colossali: mia figlia deve stare chiusa in cella 23 ore al giorno".

"Sono condizioni carcerarie che qui in Italia non sarebbero possibili - aggiunge - e che comunque sono assolutamente intollerabili. Per quanto riguarda invece la condizione di Ilaria, anche oggi l'abbiamo sentita. Ilaria è abbastanza agitata in questo periodo. Ci sono alcune cose che la lasciano molto perplessa, soprattutto le ultime uscite del governo ungherese sono state per lei veramente demoralizzanti. Queste interferenze sul potere giudiziario in Ungheria, fatte da persone che si lamentano che i giornalisti italiani stanno facendo pressione sulla magistratura ungherese, se non fossero reali, sarebbero soltanto ridicole", conclude.

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