New York, 27 feb. (Adnkronos/Dpa) - '12 years a slave' non solo mostra gli orrori della tratta degli schiavi nel XIX secolo ma riflette sulla schiavitù moderna. A dirlo è il regista britannico Steve McQueen presentando la sua pellicola presso la sede delle Nazioni Unite.
Il film è stato proiettato per inaugurare una serie di eventi in memoria delle vittime della schiavitù e al termine ha ricevuto il plauso del Segretario generale delle Nazioni Unite. Dopo la proiezione Ban Ki-moon ha detto che il film lo aveva lasciato "senza parole" e ha aggiunto: "Spero che '12 years a slave' sia fonte di ispirazione perché per molti anni si combattano definitivamente tutte le forme di schiavitù".
Per McQueen fra la ricostruzione storica della pellicola e il presente "c'è un parallelismo" e il film "è uno specchio di ciò che sta accadendo nella nostra realtà". '12 Years a Slave', in gara per gli Oscar con nove nomination, racconta la storia di un uomo di colore libero (Chiwetel Ejiofor), rapito e venduto come schiavo a metà del XIX secolo. A detta del regista il tema della schiavitù è sostanzialmente assente nel cinema americano, che lo ha affrontato in appena un ventina di film.
"C'è una enorme ambivalenza verso la schiavitù negli Stati Uniti", ha detto il regista, aggiungendo che "quello che volevo con '12 years a slave' era concentrarmi su ciò che stava accadendo nel sud, negli Stati Uniti. Credo che molto a lungo si sia guardato dall'altra parte". Per McQueen il presupposto per riconciliarsi con il passato schivista degli Usa è parlarne.
Il regista ha anche fatto un appello affinché si accendano i riflettori sul dramma dei 21 milioni di persone vittime delle reti di sfruttamento sessuale e lavoro forzato, schiavitù moderne presenti in tutte le aree del mondo.
