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'Portami in un post(o)-rock', la potenza dei Mogwai accende la notte di Roma

26 luglio 2014 | 16.15
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La band scozzese costruisce un concerto che accompagna il pubblico per quasi due ore all'Auditorium (FOTO). E, tra brani nuovi e pezzi del passato, da 'Heard About You Last Night' a 'Take Me Somewhere Nice', suonano per continuare a (r)innovare la musica indie

Mogwai in concerto all'Auditorium Parco della Musica (©Musacchio & Ianniello)
Mogwai in concerto all'Auditorium Parco della Musica (©Musacchio & Ianniello)

“Good evening” e un calice di vino bianco in mano. Si è presentato così, educato e sorridente, Stuart Braithwaite, voce e chitarra dei Mogwai, al pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per il tour che segue l'uscita di 'Rave Tapes', nell'ambito della rassegna 'Luglio suona bene' organizzata dalla fondazione Musica per Roma (FOTO).

Un istante appena e il primo brano dell'ultimo album diventa il primo brano del concerto di Roma: tocca a 'Heard About You Last Night' dare vita a uno dei tanti 'duelli' che, nel corso della serata, hanno avuto le chitarre di Braithwaite e John Cummings, assieme al piano di Barry (anche chitarra, voce e sintetizzatore), al basso di Dominic Aitchison e alla batteria di Martin Bulloch.

Una bandiera scozzese è sull’amplificatore Marshall alla sinistra del palco; una più piccola, adesiva, se ne sta sulla chitarra di Braithwaite che - dopo 'Friend of the Night' - introduce il terzo brano, 'Take Me Somewhere Nice'.

"Che cosa faresti se vedessi navicelle spaziali su Glasgow? Ti spaventerebbero?" chiede la canzone. E tra riff e assoli sulle corde - mentre sul palco passano 'Master Card', 'How To Be A Werewolf', 'Deesh', 'Remurdered' e 'Mogwai fear Satan' - il pubblico è testimone che gli alieni (del post rock) sono atterrati a Roma.

E' infatti al sesto pezzo, 'Christmas Steps', che si manifestano in tutta la loro potenza: ancora una volta le chitarre di Braithwaite e Cummungs si sfidano, stavolta 'sottovoce', fino a quando il basso Aitchison senza chiedere permesso entra e rompe quel sussurro. A questo punto anche Burns lascia la tastiera, si alza, imbraccia la chitarra e si unisce alla sfida: chitarre e batteria, tutto diventa suono.

E' un continuo scambio di ruoli e di strumenti musicali, il concerto. In 'Rano Pano', Aitchinson lascia il basso e prende la chitarra e poco dopo, quando tocca al brano 'Helicon 2', è Cummings ad andare alla tastiera mentre Burns lascia il palco.

Tutto prosegue in un alternarsi e rincorrersi di suoni e strumenti. E il pubblico accompagna la band, batte le mani, balla sulla sedia, si prepara come se sapesse che 'Hunted By A Freak' è una delle ultime canzoni. Prima del bis.

Stuart Braithwaite ringrazia, i Mogwai escono. Per poco. Giusto il tempo che il pubblico del parterre invada la zona sotto al palco. E si arriva alla fine, con 'Helicon 1' e 'Batcat'. Lancio di plettri, una birra regalata da Bulloch a un ragazzo euforico, la ricerca del cimelio per qualcun altro, foto, abbracci. Tutto per cercare di non far finire un concerto appena finito. Maestoso, potente.

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