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Francesco Munzi: "La Calabria una lente per osservare cos'è successo in Italia negli ultimi decenni"

27 luglio 2014 | 13.10
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Il regista di Anime nere, in concorso alla 71esima Mostra di Venezia: "La storia della 'ndrangheta raccontata nel libro di Gioacchino e in parte nel film, è una storia che non può prescindere dalla questione del Sud e del Nord, da come è nato il nostro Paese e cosa è diventato, perché la ''questione meridionale'' è ancora apertissima

Francesco Munzi:

"La Calabria è stata una lente per osservare cos'è successo in Italia negli ultimi decenni, dal terrorismo alla stagione dei sequestri alla grande ubriacatura degli anni ottanta e novanta". Francesco Munzi spiega le ragioni che hanno ispirato Anime nere, il film tratto dall'omonimo best-seller di Gioacchino Criaco, che sarà in concorso alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia .

Il film, dopo una lunga preparazione, è stato girato l'inverno scorso in Calabria (quasi prevalentemente), a Milano e in Olanda. Nel cast, accanto ai nomi già noti di Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo e Barbora Bobulova, quelli dei debuttanti Giuseppe Fumo e Pasquale Romeo.

"Attraverso una storia criminale si poteva rileggere la storia d'Italia - spiega uno dei più promettenti registi italiani - La storia della 'ndrangheta raccontata nel libro di Gioacchino e in parte nel film, è una storia che non può prescindere dalla questione del Sud e del Nord, da come è nato il nostro Paese e cosa è diventato, perché la ''questione meridionale'' è ancora apertissima. La mafia, la 'ndrangheta, vanno collocate all'interno della nostra storia nazionale."

La trasposizione cinematografica del romanzo e la partecipazione alla Mostra di Venezia, sono il coronamento di un altro sogno, una scommessa vinta, sia da Criaco che da Rubbettino.

Anime nere è il romanzo d'esordio dello scrittore di Africo. Un romanzo avvincente e allo stesso tempo duro, che non lascia indifferenti. Che racconta di realtà scomode sulle quali molto spesso è più facile stendere il velo del luogo comune e delle verità preconfezionate. Sin dal suo primo apparire, nel 2008, il libro ha riscosso grandi consensi di pubblico e di critica, dando anche vita a un acceso dibattito. Nel 2011 è stato tradotto e pubblicato in Francia dall'editore Métailié nella prestigiosa collana 'Bibliotheque Italienne' diretta da Serge Quadruppani che ospita i grandi maestri del noir italiano da Camilleri a Lucarelli, a De Cataldo.

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