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Torna 'Sin City' ed è in 3D. Miller: "Senza banditi non ci sarebbero eroi"

15 settembre 2014 | 18.32
LETTURA: 4 minuti

Cast stellare per il secondo capitolo della saga in uscita il 2 ottobre e firmato a quattro mani dal fumettista e dal regista Robert Rodriguez

Eva Green è la femme fatale Ava (Infophoto)
Eva Green è la femme fatale Ava (Infophoto)

(Adnkronos/Cinematografo.it) - E' ancora 'Sin City', al KadiEs Bar sei personaggi in cerca di vendetta: il giocatore d'azzardo Johnny (Joseph Gordon-Levitt) sfida lo spietato senatore Roark (Powers Boothe); Nancy (Jessica Alba) fa la spogliarellista, rimpiange l'amato Hartigan (Bruce Willis) e viene protetta dal nerboruto Marv (Mickey Rourke); Dwight (Josh Brolin) rivede dopo anni Ava (Eva Green), una femme fatale come nessuna mai.

Dopo una lunga gestazione, arriva al cinema 'Sin City - Una donna per cui uccidere', diretto a quattro mani da Robert Rodriguez e Frank Miller: dal 2 ottobre in 400 schermi, la metà in 3D, con Keyfilms. Entrambi a Roma per l'anteprima del film, Miller e Rodriguez si concedono a pubblico e stampa senza filtri, e con grande sintonia perché ''siamo fratelli separati alla nascita - dice Miller - sul set uno iniziava una frase e l'altro la finiva, alla fine non sapevamo più di chi fosse un'idea. All'inizio - prosegue - non capivo gli aspetti tecnici, ma dopo una full-immersion sono passato dal chiedere 'possiamo farlo?' al 'come la facciamo questa?''.

'Sin City' è tratto dal graphic novel di Miller, in particolare qui è centrale, come da titolo, la storia 'Una donna per cui uccidere'. Sulla new entry Ava Lord, il fumettista spiega come ''sia la quintessenza della femme fatale, terrificante, sexy e molto tragica: nel personaggio di Eva Green ritroviamo Bette Davis, Rita Hayworth, Barbara Stanwyck. Mi sono nutrito di fiction crime, noir e poi c'è la mia immaginazione: parto sempre da una frase e per Marv è stata 'Conan con il trench', un barbaro in un contesto urbano. Quando ho disegnato Sin City - continua - non credevo fosse adattabile sul grande schermo, ma Robert mi ha fatto ricredere: il merito è suo, ha inventato una nuova forma di cinema''.

Sui nudi femminili nel film, in particolare quelli di Eva Green, Rodriguez afferma che ''erano già nel fumetto, sono eleganti e funzionali alla storia: le attrici non hanno avuto alcun problema'', mentre Miller usa l'ironia: ''Non sto facendo una conferenza in Ohio, non mi spettavo questa domanda a Roma, che cosa avete contro delle belle ragazze nude?''.

Del resto, prosegue, ''nell'entertainment Usa c'è ancora spazio per i fuorilegge: senza banditi non ci sarebbero eroi''. Per la seconda volta Rodriguez e Miller co-firmano la regia, una decisione avversata dai colleghi per cui Rodriguez dovette lasciare la Directors Guild of America dopo il primo Sin City, e il segreto - dice Robert - sta nella ''fedeltà: ho cercato che la visione complessiva di Frank diventasse un film, non è un semplice adattamento''. Ovviamente, Miller concorda: ''Ho sempre pensato che i migliori film tratti da fumetti fossero quelli più fedeli al materiale di partenza: un graphic novel ha un solo autore, un cinefumetto ha troppi capi''. Eppure, confessa Miller, ''oggi non potrei più sedermi al tavolo a disegnare Marv senza pensare a Mickey Rourke''.

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