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Musica: Mengoni, "Quello che sarà" ancora non lo so

22 ottobre 2014 | 14.30
LETTURA: 3 minuti

L'artista sulla sua App racconta il proprio progetto in due tempi: "Un cammino in progress, appunto. Un album, oggi più che mai, assomiglia ad una playlist di situazioni, una sequenza di canzoni che abbiamo la fortuna di modellare e continuare a far crescere".

Merco Mengoni
Merco Mengoni

Una dichiarazione autografa speciale quella pubblicata sulla App di Marco Mengoni e che in sole 24 ore, dal lancio di fine settembre, ha totalizzato la cifra record di oltre 20mila download da utenti Apple e Android. Un contenuto rimbalzato immediatamente sui social che lo hanno posizionato nelle tendenze della giornata con #quellochesarà. "Quello che sarà ancora non lo so per certo. Però voglio dirvi che sarà un unico progetto in due grandi tempi", spiega Mengoni, "Un cammino in progress, appunto. Un album, oggi più che mai, assomiglia ad una playlist di situazioni, una sequenza di canzoni che abbiamo la fortuna di modellare e continuare a far crescere."

Il nuovo percorso di Mengoni avrà un’identità fortemente innovativa smarcandosi completamente da quelli proposti fino ad oggi: un progetto diviso in due con un primo e un secondo volume a raccogliere quelle che lui chiama "le playlist ancora in fase di scrittura e di lavorazione". Uno stesso lavoro editato in due parti, presentate al pubblico con un intervallo temporale.

"Quello che sarà -afferma- è una prima playlist, un sorta di volume uno: un primo tempo che raccolga i suoni della vita vissuta sino a qui, nei nuovi brani. Ma si continua a vivere e quindi a scrivere e a condividere. Per questo ho chiesto alla mia casa discografica di andare avanti e non chiudere la fase di 'studio' perché questo progetto fosse in divenire, in continua evoluzione. Ero in cerca di un un modo per soddisfare il mio bisogno di condivisione, di live, di fisico con la necessità di vivere e di scrivere. Chiudere un album in un luogo e in un tempo mi sembrava soffocasse questo flusso continuo che non deve smettere di scorrere, in una costante sana incoscienza. A gennaio il primo tempo".

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