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Sanremo: Amara, non credevo di farcela senza raccomandazioni ma ora "Credo"

24 gennaio 2015 | 13.57
LETTURA: 5 minuti

"Credo" è appunto il titolo del brano con cui la cantautrice toscana gareggia sul palco dell'Ariston. Iniziati gli studi di canto a 12 anni con la passione per Mina, ha vinto il premio Lunezia, poi la borsa di studio al Cet ed ha visto scegliere da Mtv New Generation un suo brano. Poi sono iniziati i 'no' e si è ritirata per due anni. Di Veronica Marino

Amara
Amara

Di Veronica Marino

"Il nome che ho scelto è un po' una mia denuncia verso quello che mi faceva male e di cui poi ho deciso di 'vestirmi', scoprendo che era il mio punto di forza". Una frase che scatta una foto ben precisa sulla sua essenza. Lei è Amara, al secolo Erika Mineo, ed è una delle otto 'Nuove Proposte' del Festival di Sanremo che arriva sul palco dell'Ariston dopo aver partecipato per quattro volte al concorso 'Area Sanremo' senza poi essere stata scelta per esibirsi nella kermesse canora più ambita d'Italia.

Il suo brano, "Credo", ha dietro di sé una storia personale, è il racconto di uno step evolutivo: "Dopo tutti quei no - racconta all'Adnkronos - dopo tutti i freni che stavo incontrando, ho deciso di fermarmi per due anni. Non credevo più, infatti, alla possibilità di farcela senza raccomandazioni, come ho fatto ora, in maniera sana, e davo la colpa agli altri, alle raccomandazioni appunto. In realtà - dice la cantautrice toscana - se qualcosa non va, è colpa tua. La percezione che noi abbiamo di noi stessi - spiega - non è esattamente quella che arriva agli altri e quindi, molto probabilmente, in me mancava ancora qualcosa, a partire dalla consapevolezza di me. Così mi sono ritirata per due anni da ogni esibizione (in quel tempo ho cominciato a studiare il pianoforte) e ho iniziato a lavorare in un vivaio dove ho imparato molto".

"E' stato il rapporto con la Natura, che credo sia la vera essenza della vita, a segnare il percorso spirituale che mi ha portato a credere di nuovo. Penso - osserva Amara - non ci sia differenza fra me e un albero, che vuole, come me, acqua, cibo e amore e se potevo amare così tanto un vegetale, potevo amare anche me. In quei due anni, nei quali ho approfondito l'umiltà necessaria alla musica, ho superato dei limiti, ho capito che non dovevo dimostrare di essere di più di quello che poi non ero e sono nati così i miei credo, quelli che canto a Sanremo".

Sul palco dell'Ariston voglio portare la semplicità che vuol dire anche vivere la vita con più amorevolezza

E al Festival di Sanremo Amara canta la sua fiducia nei sogni, nell'amore, nei bambini e nelle loro madri, nelle avversità, nella bellezza dei colori (che la cantautrice usa per dipingere), nelle "preghiere anche se ognuno a modo suo", nelle "ali forti" della sua "testarda libertà". Una cosa centrale per Amara che ha intitolato la title track del suo album proprio 'Donna libera': "E' l'urlo della mia libertà. Quando l'ho scritto ero molto arrabbiata con il sistema. Ci sono i giudizi, c'è chi cerca di gestire la tua vita, chi ti dice 'adesso non è il momento', chi ti vuole frenare ma nessuno può fermare la tua vita perché noi nasciamo liberi".

Al palco dell'Ariston Amara vuole portare un messaggio: "La semplicità. Semplice per me - dice - vuol dire senza egoismo, senza volere di più di quello che non possiamo avere, senza dover per forza essere migliori di qualcun altro e vuol dire anche vivere la vita con più amorevolezza, perché questa cosa, un po', non c'è più". E il suo brano è davvero un inno all'amore, nel senso più 'largo' del termine.

La musica le appartiene da tempo: "Sono figlia di ballerini. Nel sound ci sono sempre stata. Loro hanno provato a farmi ballare, ma non era proprio il caso", ride. "Comunque ho sempre provato amore per la musica. In camera mia da bambina, giocavo con il 'Canta tu', poi a 12 anni ho iniziato proprio a studiare canto. Andavo da un insegnate di gospel ma non ho mai fatto parte dei cori, ho sempre preferito il genere classico, amavo Mina. Io volevo essere Mina". Oggi Erika Mineo è, invece, Amara, una giovane donna che ha incassato già qualche soddisfazione (ha vinto il premio Lunezia nel 2010, la borsa di studio al Cet ed ha visto scegliere da Mtv New Generation un suo brano) e più di un 'No', ma che è pronta a sognare perché "la musica è sì un obiettivo ma è sempre comunque un sogno: quando decidi di iniziare, cominci a viaggiare verso l'ignoto e non sai mai se andrà male o se andrà bene".

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