La soprano, attrice e scrittrice, a giorni in libreria con la sua seconda fatica letteraria, interviene sull'annosa querelle circa i costi della lirica e l'opportunità di sostenerli con fondi pubblici /VIDEOINTERVISTA
Per la lirica "si poteva spendere sicuramente meno" ma "comunque non è possibile parlare di soldi sprecati". La soprano, attrice e scrittrice Katia Ricciarelli, conversando con l'Adnkrons, interviene così sull'annosa querelle circa i costi della lirica e l'opportunità di sostenerli con fondi pubblici.
"Si è speso molto, questo è vero, ma dipende, ad esempio, da chi fa delle scenografie mega che poi vengono buttate e non riutilizzate. Tanti soldi sono andati ai cantanti, questo è vero, ma i cantanti hanno sempre influito in minima parte sul budget: a pesare sono orchestra e coro che sono in pianta stabile, quindi sono spese enormi", dice Ricciarelli.
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Posto dunque che spendere meno era ed è possibile, per Ricciarelli "non è possibile parlare di soldi sprecati per un patrimonio della cultura italiana: noi siamo importantissimi nel mondo anche grazie all'opera lirica, al melodramma, nessuno ci sta alla pari".
Proprio il melodramma è protagonista, in copertina e nelle pagine, di 'Da donna a donna - La mia vita melodrammatica', in uscita per Piemme: "Ho scelto dieci personaggi del melodramma a me cari, e che ho interpretati, per raccontarmi attraverso loro, con i miei pregi e i miei difetti", dice Ricciarelli, spiegando di aver messo i suoi personaggi in ordine di complessità, per concludere con quello "più difficile da capire", ovvero "il mio nel film di Pupi Avati 'La seconda notte di nozze', un personaggio bellissimo, molto vero, che sicuramente mi assomiglia molto".
"La mia vita è melodrammatica, tanto che ci potrei fare un film, piena di cose belle, per cui sono grata, ma anche non belle. La più brutta di tutte in assoluto è stata la perdita della madre, che era il perno della mia vita: perderla è stato terribile, mi sono sentita davvero orfana, io che già ero senza padre. Non sapevo cosa fare. Il giorno del funerale ho voluto dormire nel suo letto, per non perdere il contatto. Un momento molto bello è stato quando, da ragazzina, ho guadagnato i primi soldini per aitare la famiglia, la mamma. Mi sentivo importante", conclude Ricciarelli.