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Musica: il 'ritorno' di Caputo, dagli Usa con amore in chiave jazz

20 marzo 2015 | 20.09
LETTURA: 3 minuti

Ieri all’Auditorium di Roma l'autore di 'Un sabato italiano' ha presentato il nuovo album tra inediti e vecchi successi (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA)

Sergio Caputo
Sergio Caputo

Sulle note di 'Un sabato italiano' il pubblico non resiste e comincia a battere le mani a ritmo. Sergio Caputo (GUARDA LA VIDEOINTERVISTA) torna a Roma dopo dodici anni trascorsi negli States per presentare il suo nuovo album di inediti 'Pop, jazz love', ma non rinuncia a cantare uno dei vecchi successi, datato 1983, forse il più amato dai fan. Un pezzo storico, come 'Spicchio di luna, questa notte dove sei?', che manda in visibilio gli oltre 500 affezionati spettatori presenti ieri sera nella sala Sinopoli dell'Auditorium della Musica, nonostante il big match Roma-Fiorentina di Europa League.

''Grazie Roma! Siete straordinari ad esser qui anche se c'è una partita importante dove ci hanno fatto proprio male'', scherza il cantautore romano, avvertito della sconfitta dei giallorossi di Garcia contro la Fiorentina. Pantaloni rosso fuoco e cappello tipo 'Borsalino' di traverso, Caputo fa l'amerikano. L'esperienza negli Usa ha lasciato il segno. La voce è quella di sempre, sicuramente più matura e calda. Quasi si scusa, quando annuncia che la maggior parte delle canzoni che eseguirà sono in inglese, ma non tradisce le aspettative, grazie anche al talento del quartetto che lo accompagna. Mentre suona alle sue spalle vengono proiettati video e una serie di 'quadri' astratti da lui dipinti, che definisce ''schizzi e pasticci pittorici su tela''. Tra un testo e l'altro, più volte si interrompe per rispondere ai i figli piccoli, che dal fondo del palco gli gridano 'papà'.

Brani tutti in english, dunque, per il neo-album caputiano, tranne uno, 'A bazzicare il lungomare', che sembra una melodia napoletana e non a caso è stato scritto in macchina mentre tornava da un concerto in una città della costiera. La cifra stilistica dell'autore di 'Italiani Mambo' non è cambiata, la vocazione jazz è dominante. Caputo non è mai banale, ma dà il meglio di sè quando torna al passato con il 'Garibaldi innamorato' e 'Mercy bocù, anche se con tutti gli arrangiamenti dell'oggi.

A fine concerto non manca il bis, la platea è soddisfatta anche perchè in due ore c'è spazio per una performance da solista con la chitarra acustica, dedicata ai fedelissimi, che vengono accontentati quando gli chiedono di intonare 'Non bevo più tequila' e i demoni-torpedine di 'Metamorfosi'.

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