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Cinema: Sorrentino, sugli 'impresentabili' ci farei un film

31 maggio 2015 | 12.59
LETTURA: 5 minuti

"I 'presentabili' sono utili ma narrativamente molto meno affascinanti" dice il regista

Il regista Paolo Sorrentino (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Il regista Paolo Sorrentino (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Un film sugli 'impresentabili'? Penso proprio che lo farei, perchè sono avvincenti dal punto di vista drammaturgico. I 'presentabili' sono utili ma narrativamente molto meno affascinanti". Lo ha affermato il regista Paolo Sorrentino, ospite de 'L'intervista' di Maria Latella, su Sky Tg24, proprio nel giorno del suo 45esimo compleanno per il quale "il regalo che mi aspetto più di tutti è che il Napoli vinca stasera", spiegando poi che ad affascinarlo nel gioco del potere, politico e non, è "il lato psicologico: come incide sul destino delle persone, sulla loro vita privata, come si stabiliscono i rapporti di forza fra le persone, che è l'unica cosa che mi interessa veramente, e in politica i rapporti di forza sono esasperati".

Quanto allo specifico dell'appuntamento elettorale di oggi, alla domanda se lui, napoletano che vive a Roma, andrebbe oggi a votare se vivesse ancora nella sua città natale, Sorrentino si limita a rispondere che "si, se fossi residente, probabilmente oggi andrei a votare". La materia politica in senso stretto sembra non affascinare il regista, reduce da Cannes con il suo 'Youth - La giovinezza' che è in vetta alla classifica degli incassi, che però si appassiona a temi che nella politica trovano ampio spazio, dalla scuola al 'petrolio' dell'arte e del turismo.

I suoi due figli frequentano la scuola pubblica che, dice il regista, "mi piacerebbe trasmettesse semplicemente onestà intellettuale, anzitutto l'abbattimento di qualsiasi pregiudizio. La scuola non è comunque determinate rispetto all'avventura umana di ogni persona, quindi dovrebbe attenersi a dei principi elementari".

'Spero che per me il meglio debba ancora venire'

Quanto al cinema come risorsa per l'Italia, "mi sembra che si stia cominciando a sfruttare il petrolio del cinema ma si potrebbe fare molto di più -dice Sorrentino- Il cinema, la cultura, l'arte, il turismo sono sempre stati risorse di questo Paese, bisognerebbe concentrarcisi di più", ad esempio "bisognerebbe puntare molto di più su Venezia, vista la sua tradizione, renderlo sempre più competitivo con Cannes".

Un capitolo, quello del 'nulla di fatto' degli italiani a Cannes, che Sorrentino liquida con toni pacati: alle interpretazioni che vogliono i nostri film esclusi dai riconoscimenti sulla Croisette perchè lasciati soli, il regista replica che "ai festival si va soli, è un gioco, si va e si gioca; non si può pensare di vincere ogni volta, sarebbe utopistico".

Dalle utopie ai progetti, i suoi, Sorrentino, che ha alle spalle sette film e aveva detto di volersi fermare a dieci, liquida quell'affermazione e non si pone limiti, se non quello delle energie: "L'ho detto scherzando, il meglio spero che debba ancora venire, spero di ricominciare con nuovi stimoli", afferma il regista che a proposito di come declinerà, nella vita, il tema centrale del suo ultimo film, la vecchiaia, aggiunge di immaginare la sua "non più legata al mio lavoro, che credo vada fatto quando c'è forza fisica e mentale, dedita alle cose della vita che mi piacciono. Non penso che farò come Manoel de Oliveira (il regista portoghese scomparso lo scorso aprile, che aveva filmato il suo ultimo lavoro nel 2014, a 106 anni, ndr),anche se spero di potermelo permettere".

"'The young Pope' non è ispirata a Papa Francesco"

Dal futuro al passato, il Sorrentino regista afferma di "non avere molti rimorsi", un po' perchè "l'incoscienza viene sempre premiata" e "io sul lavoro sono incosciente, anche se nella vita privata no", e poi perchè "faccio un lavoro di rimozione sugli errori, tendo a non ricordarli. La vita professionale è gioco da prendere molto sul serio, non ci si può pentire di aver giocato".

Un gioco che Sorrentino declina con alcuni riferimenti di fondo: "Il cinema è sempre, da sempre, in relazione al desiderio, raccontarlo per me è più efficace che raccontare l'orrore , almeno io sono più propenso a farlo", e poi "L'eccesso di seriosità tende ad annoiarmi, il sottile crinale della leggerezza è una strada da percorrere, anche se quando la si percorre a tutti i costi diventa altro, diventa il frivolo, il vago, l'inutile da cui siamo assediati".

Punti fermi che Sorrentino terrà anche nel realizzare 'The young Pope', serie firmata Sky, HBO e Canal+ che, scandisce, "non è ispirata a Papa Francesco, forse ci siamo ispirati a qualche Papa del passato ma neanche tanto. Sarà un Papa che diventa tale molto giovane, con idee tutte opposte a quelle di Papa Francesco, conservatore, reazionario". Quanto al Papa vero, "lo sto seguendo poco per non farmi influenzare ma mi piace molto" dice Sorrentino che in materia di religione aggiunge: "Io non sono credente ma neanche ateo, sono in attesa che qualcuno mi dica le cose come stanno".

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