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Musica: svelato il tesoro segreto di Verdi

11 giugno 2015 | 11.00
LETTURA: 3 minuti

Lasciati dal maestro a Villa Sant'Agata in 17 carpette

Particolare del celebre ritratto di Giuseppe Verdi realizzato nel 1886 da Giovanni Boldini
Particolare del celebre ritratto di Giuseppe Verdi realizzato nel 1886 da Giovanni Boldini

Circa cinquemila pagine di abbozzi e schizzi, con prime stesure di idee musicali o intere facciate di partitura poi modificate o scartate, in larghissima parte sconosciuti agli studiosi e quindi mai analizzati. E’ il tesoro che Giuseppe Verdi ha lasciato in gran segreto a Villa Sant’Agata e di cui da sempre si favoleggia tra gli studiosi del maestro di Busseto, che la rivista 'Classic Voice' svela sul numero disponibile da domani, pubblicando per la prima volta l’elenco dei manoscritti.

I manoscritti di Verdi (fogli di circa 35 cm x 27 ciascuno) sono custoditi in 17 carpette, ciascuna dedicata a una delle sue composizioni. Tolte dal calcolo le pagine bianche, su 5.252 facciate sono 4.671 quelle utilizzate dal maestro nella fase di composizione delle opere. Per fare un esempio dell'importanza dell'archivi: soltanto del 'Falstaff' ci sono 900 pagine di abbozzi sconosciuti, mai visti e mai studiati.

Una scoperta che si annuncia come una vera manna per gli studiosi del musicista di Busseto, che da anni cercano questi preziosi documenti per approfondire la conoscenza delle tecniche compositive del maestro. Un tesoro musicologico custodito a Villa Verdi che è di proprietà degli eredi del compositore di 'Traviata', con tutte le collezioni contenute, compresi i manoscritti musicali.

L’edificio è anche sottoposto a tutela da parte dello Stato perché di "eccezionale interesse" storico e culturale, e deve restare "com’è", come aveva disposto Verdi: "Faccio obbligo alla mia erede di conservare il giardino e la mia casa in S. Agata nello stato in cui ora si trova, pregandola di voler mantenere nello stato attuale tutti i prati che attorniano il giardino. Tale obbligo viene anche fatto ai suoi eredi od aventi causa".

Gli eredi hanno rispettato questa volontà del maestro. Quanto ai preziosi manoscritti inediti, per decreto "inscindibili" dall’immobile come le altre collezioni, qualche tempo fa era corsa la voce che fossero stati trasferiti in Svizzera. A questa insinuazione c’è una risposta ufficiale: "La collezione è conservata in un luogo sicuro, ma non in Svizzera", assicura Angiolo Carrara Verdi, terzogenito dell’ultima generazione dei discendenti e attuale 'custode' della Villa di Sant’Agata.

"Il fatto che di questi manoscritti verdiani non sia mai stato curato, tranne che per quelli della 'Traviata', un inventario con criteri scientifici e che non siano accessibili agli studiosi rappresenta un’anomalia", afferma Andrea Estero, direttore di 'Classic Voice', sottolineando che questa inchiesta "ha svelato storia ed entità dell’archivio verdiano, ma ha anche documentato che le collezioni di altri musicisti importanti come Bach, Beethoven, Wagner, Rossini, Debussy, Britten e Schoenberg sono da tempo accessibili agli studiosi di tutto il mondo. Così dovrebbe essere anche per i manoscritti verdiani".

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