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Musica: estate sotto il segno della Taranta, in Italia è 'febbre da pizzica'

31 agosto 2015 | 17.31
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(foto Infophoto) - INFOPHOTO
(foto Infophoto) - INFOPHOTO

Non solo 'sule, mare e ientu' ma anche musica. Tanta musica. L'estate italiana si chiude quest'anno sotto il segno del 'ragno', o meglio sotto quello della Taranta. La tradizionale kermesse dedicata alla musica e alla canzone salentina cala il sipario registrando numeri da capogiro. Oltre 200.000 persone, Phil Manzanera dei Roxy Music 'maestro concertatore' a dirigere l'Orchestra Popolare, Paul Simonon dei Clash, Tony Allen, e Luciano Ligabue che canta in pugliese.

Questa è solo una parte dell'onda di 'tarantolati' che ha investito in lungo e in largo la Puglia, e in particolare Melpignano, in provincia di Lecce, dove si è conclusa con numeri record la diciottesima edizione del concerto-evento di uno dei festival itineranti più importanti d'Europa, 'La Notte della Taranta', che dal 1998, anno di nascita, non smette di guadagnare consensi.

La pizzica non è la sola a fare gli onori di casa nel Salento, ma si è lasciata sedurre anche da tanto rock, jazz e sinfonica. Un fenomeno culturale a tutto tondo, quello della pizzica, che ogni anno porta in Puglia migliaia di appassionati e curiosi da tutta Italia, in quella che potrebbe essere ribattezzata una vera e propria 'febbre da Taranta'.

Le polemiche accompagnano la kermesse, l'antropologo Imbriani lascia la Fondazione

Protagonista assoluta, la musica. Accanto a Manzanera hanno risuonato le note della violinista Anna Phoebe, le corde di Raul Rodriguez e quelle di Tony Allen. E poi la voce di Luciano Ligabue ha scaldato il pubblico, quando ha intonato 'Beddha ci dormi' e 'Ndo Ndo Ndo', pietre miliari della canzone pugliese, nonché la storica 'Certe notti' riproposta dal rocker emiliano in chiave salentina con i tamburi.

Un'edizione, quella di quest'anno, che se da una parte ha raccolto numeri da capogiro, dall'altra non ha risparmiato le polemiche. "Ti cadono le braccia" aveva scritto qualche giorno fa in un post al vetriolo sul proprio profilo Facebook, il professor Eugenio Imbriani, che ha deciso di lasciare la Fondazione Notte della Taranta, per manifestare il suo dissenso, dopo il video ufficiale di presentazione della 'Notte della taranta 2015', che promuove la kermesse affermando "La taranta è un ragno".

L'antropologo non ha usato mezzi termini: "Il reale responsabile del tarantismo è il morso di un ragno; malgrado tutto il lavoro che è stato fatto siamo regrediti a questo, a cinquant'anni dalla morte di de Martino e a quattro mesi da quella di Sergio Torsello. Io non c'entro con questo tipo di discorsi, né voglio entrarci. Buon lavoro a chi resta. Io mi chiamo fuori. Lascio la Fondazione".

Sui social l'hashtag #taranta2015 è stato condiviso migliaia di volte

Secondo la leggenda, tamburello e violino della pizzica, non erano suonati solo per le feste, ma servivano anche per 'esorcizzare' e guarire le donne 'pizzicate', per curarle dai morsi del ragno. Una volta 'tarantolate', infatti, iniziavano a ballare in modo frenetico, per scacciare via il veleno.

Dopo diciotto anni, quella della Notte della Taranta è una formula che continua a fare l'en plein di consensi anche in televisione, con tre milioni di telespettatori incollati al piccolo schermo per seguire la diretta trasmessa da Radio Due e Rai 5 sabato 22 agosto, confermando che il Sud è più vivo che mai.

Numeri da capogiro che sono circolati anche sui social. L'hastag #taranta2015 ha raggiunto in poco tempo le vette di condivisioni su Twitter, e contaminato anche Facebook e Instagram, dove centinaia di utenti hanno postato fotogrammi e istantanee delle sere dell'estate 2015, una stagione che sarà ricordata come quella della Taranta.

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