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Cinema

Robert Redford compie 80 anni ma 'ringiovanisce' grazie a un drago

16 agosto 2016 | 19.30
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Robert Redford (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Robert Redford (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Sul punto di compiere 80 anni giovedì prossimo, Robert Redford torna alla sua giovinezza con l'aiuto di un drago. L'attore, nato a Santa Monica il 18 agosto 1936, è infatti tra gli interpreti del film 'Il drago invisibile' ('Pete's Dragon') di David Lowery, in uscita proprio in questi giorni in tutto il mondo, in cui interpreta un anziano falegname che da anni racconta ai bambini locali storie di un feroce drago che abita nella foresta.

"Raccontare storie ha svolto un ruolo importante nella mia infanzia: è il mezzo con cui si può vivere in un mondo molto più grande e pieno di magia. E questo film mi ha dato l'opportunità di tornare in quel luogo della mia vita: ogni volta che sentivo 'c'era un volta' mi emozionavo moltissimo", ha detto la star in un'intervista.

Eppure la sua ascesa nel mondo del cinema non è stata affatto una favola tutta rosa, anzi un percorso disseminato di ostacoli. Redford, figlio di un lattaio, è cresciuto in un ambiente umile. Ed ha avuto una giovinezza decisamente ribelle: l'università grazie ad una borsa di studio sportiva, poi la fuga in Europa, dove girava in autostop e sopravviveva con la vendita di quadri che ha dipinto fino a quando non è stato scoperto in una scuola di recitazione a New York.

Ma dopo film come "A piedi nudi nel parco" con Jane Fonda e la commedia western "Butch Cassidy" con Paul Newman, Redford è diventato rapidamente un idolo del grande schermo nella Hollywood di fine anni '60. Gli occhi azzurri intensi, il viso spigoloso e i capelli biondi lo hanno aiutato molto. E oggi, nonostante le sue rughe e capelli grigi, conserva ancora quel fascino audace.

Sarà forse merito, come dichiarò nel giugno 2011 nel corso di un seminario di Yahoo, durante la 58esima edizione del festival internazionale della creatività a Cannes, del suo elisir di lunga vita. "Mi mantengo in forma facendo del buon sesso", disse candidamente l'attore a chi gli chiedeva come facesse a sembrare un eterno ragazzino. "Per una buona storia da raccontare ed una vita vissuta come si deve, il sesso è fondamentale", assicurò e quelle dichiarazioni, naturalmente, fecero rapidamente il giro di tutto il mondo.

Nel 2011, di questo e altri segreti, l'attore americano ha parlato in una biografia a cura dell'irlandese Michael Feeney Callan, in cui ha raccontato non solo l'aspetto solare e pulito dell'attore hollywoodiano, ma anche il suo passato più inedito e turbolento, dalle droghe al teppismo, all'irrequietezza giovanile che lo portò più volte ad allontanarsi dall'America.

Il carattere vivace e ribelle del giovane Robert iniziò a manifestarsi già all'età di 19 anni quando, subito dopo la morte della madre, decise di lasciare Santa Monica per vivere in Europa e provare la vita bohémienne. Redford tornò però deluso e insoddisfatto e iniziò a bere. Di lì a poco, l'incontro con Lola, la donna che diventò la sua prima moglie e gli diede tre figli: Shauna, Jamie ed Amy. I due hanno divorziano nel 1985 e nel 2009 Redford si è sposato con l'artista tedesca Sibylle Szaggars, di 22 anni più giovane.

Nel 1962, Redford ottenne la sua prima parte in un film per il cinema, 'Caccia di guerra', di Denis Sanders. Dopo la parentesi cinematografica esordì a Broadway con 'A piedi nudi nel parco', diretto da Mike Nichols, il quale volle la partecipazione di Redford dopo averlo visto in televisione. Fu il trampolino perfetto verso Hollywood: nel 1966 gli offrirono un ruolo come protagonista nella versione cinematografica della piece, che fu un successo clamoroso.

Seguirono una serie di film che consolidarono il suo prestigio come attore, da 'Butch Cassidy', nel quale conobbe Paul Newman simpatizzando subito con lui, a 'Come eravamo' con Barbra Streisand per la regia del suo amico Sidney Pollack, fino a 'La stangata', che ottenne 7 premi Oscar e grazie al quale Redford ottenne la sua prima nomination come attore protagonista.

Dopo il successo de 'Il grande Gatsby', del 1974, l'attore iniziò un percorso cinematografico sempre più impegnato e di denuncia, politica e sociale. Da 'Tutti gli uomini del presidente', del 1976, dove recitò accanto a Dustin Hoffman in una pellicola sullo scandalo del Watergate e che ottenne sei nomination agli Oscar, fino a 'I tre giorni del condor', 'Il cavaliere elettrico' e 'Brubaker'.

Nel 1980 iniziò la sua carriera come regista, esordendo con un film che ebbe un enorme successo di pubblico e critica e gli valse l'Oscar come miglior regista: 'Gente Comune' (1980). Poi arrivò 'Milagro' (1988), con l'attrice Sonia Braga della quale si invaghì e con la quale ebbe una liason durata tre anni. E ancora 'In mezzo scorre il fiume' (1992), 'Quiz Show' (1994), sui brogli del mondo televisivo, e nel 1998 'L'uomo che sussurrava ai cavalli', basato sul romanzo di Nicholas Evans. Dall'inizio del nuovo millennio Redford ha diretto altri quattro film: nel 2000 'La leggenda di Bagger Vance', nel 2007 'Leoni per agnelli', presentato al Festival di Roma, nel 2010 'The Conspirator', poi 'The Company You Keep' del 2012, che segnò anche la sua prima partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia.

Ma anche la sua attività di attore procede a ritmi invidiabili: prima del 'Drago invisibile', negli ultimi anni ha recitato 'Tutto è perduto' di Jeffrey C. Chandor (2013), in 'Captain America: The Winter Soldier' di Anthony e Joe Russo (2014), in 'A spasso nel bosco' di Ken Kwapis (2015), in 'Truth - Il prezzo della verità' di James Vanderbilt (2015) e nel 2017 arriverà, distribuito da Netflix sia nei cinema che online, anche 'The Discovery', un film di fantascienza diretto da Charlie McDowell che è una storia d'amore ambientata un anno dopo la scoperta che esiste una vita dopo la morte. Redford avrà il ruolo dello scienziato che ha compiuto la rivoluzionaria scoperta.

Da non dimenticare, per rendere giustizia alla sua personalità, il fatto che dal 1990 l'attività di Reford comprende anche il 'Sundance Institute', un'organizzazione no-profit finalizzata al sostegno del lavoro dei cineasti indipendenti, che sovvenziona le giovani promesse del cinema. Al Sundance Institute è collegato il celebre 'Sundance Festival', il concorso cinematografico dello Utah dal quale sono usciti molti registi indipendenti che non avevano trovato spazio nella distribuzione e che ora sono vere e proprie star della regia, come Quentin Tarantino, Christopher Nolan e Darren Aronofsky.

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