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Sanita': Tbc, Medici con l'Africa lancia campagna per giornata mondiale

21 marzo 2014 | 18.47
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Sanita': Tbc, Medici con l'Africa lancia campagna per giornata mondiale

Roma, 21 mar. (Adnkronos Salute) - "La tubercolosi colpisce in silenzio: facciamo rumore!": è il messaggio della campagna di sensibilizzazione che Medici con l'Africa Cuamm lancia in occasione della giornata mondiale della Tbc, in programma lunedì 24 marzo. Affidata alla creatività di Lorenzo Gritti, illustratore milanese di fama internazionale, raffigura simbolicamente lo strisciare silenzioso di una malattia che contagia ogni anno quasi 9 milioni di persone.

"Una cifra enorme - dichiara Mario Raviglione, direttore del Global Tb Programme dell'Organizzazione mondiale della sanità - che compete con quella dell'Hiv/Aids per il killer infettivo numero uno al mondo". L'Africa resta a tutt'oggi il continente più colpito, con i tassi procapite più elevati, sia di incidenza che di mortalità. Ma in un mondo sempre più globalizzato la malattia non è più confinata ai paesi poveri ma può viaggiare da una parte all'altra del mondo.

Ecco dunque per Medici con l'Africa Cuamm due precisi fronti di intervento. In Africa, nei 7 paesi in cui opera a sud del Sahara, il Cuamm sostiene e implementa attività di prevenzione e cura della tubercolosi nell'ottica strategica di supporto e rinforzo ai programmi nazionali, con un'attenzione speciale alla ricerca operativa. Solo in Angola, dove dal 2004 ad oggi Medici con l'Africa Cuamm ha rivitalizzato il programma nazionale di lotta al Tbc in tutte le province del paese, sono 40.000 i trattamenti garantiti ogni anno.

Parallelamente, in cinque paesi europei e in Italia, grazie al collegamento con oltre 40 sedi universitarie nell'ambito del progetto 'Equal Opportunities for Helth Action for Development', l'impegno è nella sensibilizzazione, attraverso la campagna di comunicazione avviata, e nell'informazione agli operatori sanitari.

"Medici con l'Africa Cuamm - sottolinea il direttore don dante Carraro - vuole fare fino in fondo la propria parte. Da un punto di vista tecnico scientifico, perché è importante capire il problema, conoscerlo, comunicarlo e sensibilizzare. Ma il nostro compito è soprattutto quello di sporcarci le mani, di stare vicino alla gente, là dove soffre, dove il bisogno è più acuto. Proprio perché solo con la conoscenza e con l'operatività concreta possiamo sconfiggere quella che resta ad oggi una grande minaccia per l'umanità".

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