No alle "mistificazioni". Le attuali difficoltà sulla strada dell'alleanza con Etihad derivano da problemi degli azionisti e non dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, che hanno fatto la loro parte firmando l'accordo quadro sugli esuberi. A metterlo in chiaro sono Uiltrasporti e le associazioni professionali di piloti e assistenti di volo, Anpac, Avia e Anpav, che, dopo la lettera inviata dall'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio e dal presidente Roberto Colaninno, non hanno perso tempo e, nella tarda serata di ieri, hanno risposto, a loro volta, con una lettera aperta ai lavoratori della compagnia.
Una missiva, nella quale, ribadiscono la propria posizione contraria alla firma degli accordi sul nuovo contratto di lavoro del trasporto aereo e sui risparmi sul costo del lavoro di 31 milioni di euro, pur manifestando la disponibilità alla ricerca di un accordo. "In merito alla lettera serale del Presidente e dell'Amministratore Delegato di Alitalia, vogliamo ricordare come la firma dell'accordo quadro fosse l'unica vera condizione - evidenziano le quattro sigle - richiesta da Etihad per finalizzare l'accordo sul piano industriale, così come ampiamente pubblicizzato da tutti i media nazionali per un mese e dallo stesso Hogan pochi giorni fa a Roma in occasione del battesimo della linea Roma Abu Dhabi".
"Lo stesso Hogan si è anche premurato di ribadire, nella stessa occasione, come il Contratto e l'Accordo sul costo del lavoro fossero temi di esclusiva pertinenza aziendale (della vecchia Alitalia). Con l'accordo quadro, sofferto ma necessario, le nostre Organizzazioni e Associazioni hanno soddisfatto pienamente la condizione posta da Etihad", ribadiscono Uilt, Anpac, Avia e Anpav. E, asseriscono, "L'azienda, legando quanto sopra con i risparmi sul costo del lavoro e con un nuovo contratto, dice una cosa non vera". (segue)
