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Alitalia, slitta ok a contratto con Etihad. Guerra tra sindacati sul referendum

25 luglio 2014 | 09.45
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L'assemblea approva aumento di capitale e conti 2013. Del Torchio: "Importante passo avanti". Niente quorum per il referendum. Bonanni: "Uil gioca con il fuoco, gli arabi possono fuggire"

Alitalia, slitta ok a contratto con Etihad. Guerra tra sindacati sul referendum

Non sono ancora maturi i tempi per il via libera all'accordo con Etihad. Slitta il disco verde all'alleanza con la compagnia, mentre l'assemblea degli azionisti di Alitalia ha approvato l'aumento di capitale fino a un massimo di 250 milioni di euro, che assicura la sopravvivenza della compagnia fino all'arrivo della compagnia di Abu Dhabi. Via libera anche al bilancio 2013, i cui risultati, anche questa volta, come era avvenuto in sede di approvazione da parte del cda a giugno, non sono stati comunicati ufficialmente, ma che vedrebbero perdite per circa 569 milioni. Comunque, da parte di Etihad non ci sono ultimatum, come assicura la stessa compagnia e l'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, e già la prossima settimana potrebbe essere convocato un nuovo cda.

"Oggi si è fatto un importante passo avanti, funzionale all'accordo con Etihad" ha affermato l'ad di Alitalia, commentando l'approvazione dell'aumento di capitale. Una decisione alla quale "ha contribuito molto il risultato del referendum". Del Torchio ha voluto evidenziare "il grande senso di responsabilità dei lavoratori che hanno votato a favore", aggiungendo: "Auspichiamo la firma di tutti i sindacati, che siano tutti allineati per assicurare un clima di pace sociale e di collaborazione". Ora, "lavoreremo nel weekend e nei prossimi giorni con Etihad. Prima concludiamo, meglio è. Ci sono da espletare alcuni passaggi - ha detto l'ad di Alitalia - Poste sta ragionando, ci stiamo incontrando con i manager e con gli advisor legali. Speriamo di avere tra poco buone notizie".

Ma ad agitare le acque è stato proprio l'esito del referendum sugli accordi integrativi, sottoscritti il 16 e 17 luglio, che prevedono tagli sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Intese firmate da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb ma non da Uiltrasporti e dalle associazioni professionali di piloti e assistenti di volo Anpac, Avia e Anpav. La miccia è esplosa in mattinata quando, dopo un paio d'ore dalla chiusura delle urne, la Uiltrasporti ha annunciato, prima delle altre sigle, i risultati della consultazione. Il quorum non è stato raggiunto, avendo votato soltanto 3555 lavoratori su un totale di 13.190 unità, pari, dunque, al 26,95%. I sì all'accordo sono stati 3.022 e i no 475. Spicca il dato sull'astensione del personale navigante: dei 5.400 tra piloti e assistenti di volo ha votato soltanto il 3%.

Dati secchi e inconfutabili che hanno, però, subito alimentato una diatriba interpretativa fra i due schieramenti contrapposti, sull'efficacia degli accordi secondo quanto previsto dal testo unico sulla rappresentanza e democrazia sindacale. Il referendum è nullo ma, essendo abrogativo, non inficia la validità delle intese: è la tesi sostenuta dal fronte del sì. Il referendum non è valido e gli accordi sono inapplicabili agli iscritti delle sigle non firmatarie e ai non iscritti ai sindacati: è la tesi, invece, portata avanti da Uilt, Anpac, Avia, e Anpav.

Tesi sostenute da toni particolarmente veementi, con parole dure e scambi d'accuse tra le diverse sigle sindacali, che non si sono certo attenuate nel corso della giornata. Anzi. dopo le prime dichiarazioni a caldo, è arrivata la diffida del segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, dall'applicare gli accordi integrativi e a prelevare i soldi dalle buste paga dei propri iscritti. Sulla stessa linea i piloti e assistenti di volo di Anpac, Avia e Anpav.

Ma anche Alitalia ha voluto fornire la propria interpretazione dell'esito della consultazione referendaria. Interpretazione che collima con il fronte del sì. "Il mancato raggiungimento del quorum, sulla base del testo unico sulla rappresentanza e democrazia sindacale, conferma la validità degli accordi sottoposti a referendum". Per l'azienda, gli accordi, firmati dal 65% delle rappresentanze sindacali, "sono efficaci ed esigibili nei confronti di tutto il personale e vincolano tutte le organizzazioni sindacali firmatarie degli accordi interconfederali".

Ma c'è di più. La compagnia tiene a evidenziare come "la coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali siano essenziali per il completamente con successo delle intese con Etihad". Insomma, anche le intese sul ccnl e sull'integrativo rientrano nelle condizioni per poter arrivare all'alleanza con la compagnia di Abu Dhabi. Un concetto, del resto, ribadito da Del Torchio, nella lettera inviata ai dipendenti nella quale sollecitava la conclusione della consultazione entro le nove di venerdì, cioè prima dell'inizio dell'assemblea.

Ma anche questa impostazione è stata contestata dalla Uil. Dura la reazione del leader Luigi Angeletti: "Non commentiamo le incaute dichiarazioni dell'azienda, anche alla luce del fatto che ci sembra che l'80% dei lavoratori non condivida le sue scelte, perché non vogliamo fornire alibi né pretesti". Rimane, comunque, ha assicurato la Uilt, la disponibilità "a tornare al tavolo per fare un nuovo accordo, che non mortifichi le professionalità della compagnia".

Ed è scontro con la Cisl. "La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perché gli arabi possono anche fuggire. Stanno facendo il gioco delle compagnie straniere che vedono di malocchio questa nuova azienda" ha affermato il leader Cisl, Raffaele Bonanni, dai microfoni di Rainews24.

La federazione dei trasporti della Uil ha indetto, a sua volta, un referendum dal 28 luglio al primo agosto, che, al momento, è ancora confermato. Una giornata più che convulsa, quella vissuta da Alitalia, che mostra ancora una strada in salita per arrivare al matrimonio con Etihad. Prima ancora che cominciassero i lavori dell'assemblea, fonti vicine al dossier facevano sapere che gli azionisti avrebbero approvato il bilancio e l'aumento di capitale ma non il contratto con Etihad. "Abbiamo lavorato con senso di responsabilità, Poste comprese", ha assicurato il presidente del collegio sindacale di Alitalia, Giovanni Barbera.

E a chi gli chiedeva quando il contratto di Etihad sarà approvato ha risposto: "Quando gli amministratori saranno pronti e le cose saranno mature". Intanto, arriva il no all'aumento di capitale da parte di Air France. "Non parteciperemo all'aumento di capitale di Alitalia, non inietteremo cash", anche se "seguiamo da vicino la trattativa", ha spiegato a un analista il presidente e ad Alexandre de Juniac.

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