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Dalla Bce nessuna 'richiesta' a Renzi, non ci sarà lettera come per Berlusconi

28 luglio 2014 | 13.57
LETTURA: 4 minuti

Secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti finanziarie della City, non c'è nessuna lettera in arrivo da Francoforte al governo italiano. Tre anni fa la Banca centrale ne scrisse una all'Italia, indicando una serie di misure necessarie per rimettere in carreggiata il Paese

(Xinhua)
(Xinhua)

Nessuna lettera in arrivo dalla Bce al governo italiano, secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti finanziarie ben informate della City. Vengono quindi smentiti i rumors, secondo cui la Banca centrale avrebbe già pronta una 'richiesta', come quella che nell'agosto del 2011 arrivò all'esecutivo di Silvio Berlusconi.

Tre anni fa la Bce scrisse una lettera all'Italia, indicando una serie di misure necessarie, da attuare in tempi brevi, per rimettere in carreggiata il paese. Attuando gli interventi richiesti dalla Banca centrale europea l'Italia avrebbe ottenuto il sostegno della Bce, attraverso l'acquisto dei titoli di stato italiani sul mercato secondario. Oggi la situazione dei conti pubblici italiani, e le misure che il governo Renzi sta mettendo in campo, consentirebbero al paese di trovarsi in una situazione diversa rispetto al passato. Di conseguenza, secondo le fonti finanziarie, Francoforte non avrebbe intenzione di scrivere alcuna lettera all'esecutivo.

Nessun commento dal Tesoro - A Renato Brunetta, che in un editoriale pubblicato da 'Il Giornale' annunciava l'invio della lettera, replica sottosegretario al ministero dell'Economia Pier Paolo Baretta. ''Non c'è niente da commentare, non si commentano illazioni che non hanno alcun fondamento'', dice il sottosegretario all'Adnkronos. Nell'editoriale dell'esponente di Fi, secondo Baretta, viene espressa ''un'opinione non nuova'' sulla situazione dei conti pubblici italiani. Brunetta, ricorda il sottosegretario, ha già espresso la sua posizione ''critica'' in passato alla Camera, in occasione di un'audizione del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Quanto all'annuncio di Brunetta, secondo cui Francoforte starebbe per inviare una lettera al governo italiano, ''non lo prendo neanche in considerazione''. ''Non mi soffermo neanche un secondo sulla lettera perché escludo che l'annuncio venga da vie così indirette'', conclude il sottosegretario.

Il Tesoro non commenta i rumors, dunque, ma indica i numerosi parametri positivi dello scenario macroeconomico italiano, ben diversi rispetto a tre anni fa. Seppur davanti a un rallentamento della crescita globale e a tassi di inflazione bassi nella zona euro, i conti pubblici italiani sono sostenibili, con il debito sotto controllo, il deficit nominale ben al di sotto della soglia limite del 3% (e quello strutturale in riduzione fino al pareggio entro il 2016). In particolare il Tesoro si sofferma sull'alto avanzo primario italiano; sullo spread e sui tassi di interesse a livelli di gran lunga inferiori a quelli sperimentati nel 2011; tiene anche l'andamento delle entrate, a maggio in aumento dell'1,1% rispetto all'anno precedente. Dunque nessun segnale di tracollo che possa motivare una lettera della Bce. A tutti questi elementi va inoltre aggiunto il dibattito in corso in Europa, su sollecitazione della presidenza italiana, sul rilancio della crescita. In questa cornice all'ultimo Ecofin i ministri hanno accolto la proposta del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in qualità di presidente di turno, di discutere un'agenda di legislatura per la crescita incardinata su tre pilastri: integrazione dei mercati, riforme strutturali e investimenti pubblici e privati, con relativi campi e modalità di intervento. Una 'road map' ampia e completa che approderà all'Ecofin informale di Milano il 13 settembre prossimo.

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