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Il sottosegretario all'Economia Baretta: "L'Italia non sforerà il 3%"

01 settembre 2014 | 15.53
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"Vogliamo essere capofila di una nuova politica europea", dice in un'intervista all'Adnkronos. Dopo i primi segnali di apertura alla flessibilità sui conti, "in Ue c'è un clima nuovo". E sottolinea: "La priorità è stabilizzare gli 80 euro in busta paga". Per quanto riguarda la spending review: "Stiamo lavorando, c'è tempo fino al 10 ottobre"

Pier Paolo Baretta (INFOPHOTO)
Pier Paolo Baretta (INFOPHOTO)

Una legge di stabilità a sostegno del programma dei mille giorni di Matteo Renzi, con una chiara strategia espansiva ma nel rispetto del tetto del 3%. E' questa l'indicazione del sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta. "La legge di stabilità dovrà essere a sostegno del programma dei mille giorni del presidente del Consiglio" spiega all'Adnkronos.

Flessibilità europea sui conti - Il tutto mentre in Europa sembra che inizi a spirare un vento nuovo, con i primi segnali di apertura alla flessibilità sui conti. "Si sta percependo un clima nuovo. Dalle istituzioni Ue ci sono i primi segnali in questa direzione", rileva il sottosegretario.

Draghi e Juncker - D'altra parte, osserva, "abbiamo assistito a segnali estivi sufficientemente espliciti che indicano la necessità di una maggiore flessibilità: segnali negativi come la scarsa crescita dell'Eurozona, anche della Germania, e positivi come quelli giunti dal presidente della Bce Mario Draghi e del presidente della futura Commissione Ue Jean Claude Juncker".

C'è "l'urgenza di procedere in questa direzione" spiega Baretta, senza tuttavia volere entrare nel merito di quale opzione prevarrà, se prevarrà: dalla moratoria di due anni sul risanamento in cambio delle riforme strutturali o il rallentamento del taglio del deficit strutturale dallo 0,5% allo 0,25%.

Tetto del 3% - Quanto alle riserve tedesche, "anche la Germania deve fare i conti con questa situazione economica - aggiunge - e il metro di misura deve essere che 'nessun Paese può farcela da solo'". Per l'Italia, assicura, "flessibilità non vuol dire sforare, perché sarebbe un errore clamoroso, ma vogliamo essere capofila di una nuova politica europea per la crescita nel rispetto dei vincoli".

"Il rispetto del tetto del 3% è compatibile con una politica espansiva. Certo - ammette Baretta - il margine è stretto ma si possono stabilizzare gli 80 euro in busta paga e questo sarebbe un primo segnale, un obiettivo importante che si è posto il governo".

Spending review - Le coperture? "La spending review resta l'asse di intervento principale" sottolinea il sottosegretario. Cosa e quanto sarà snellito della macchina pubblica "si vedrà con la Legge di stabilità, stiamo lavorando, c'è tempo fino al 10 ottobre". Giù le mani dalle pensioni, però, come ribadito a più riprese dallo stesso premier. "Renzi ha detto che non si interverrà su questo" ma, per esempio, la revisione della spesa sul fronte delle municipalizzate "mostra che ci sono margini di intervento". E conclude: "Il commissario Cottarelli ha fatto un lavoro egregio, poi l'ultima parola spetterà al ministro dell'Economia e al premier".

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