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Incertezza e paura, gli italiani preferiscono mettere i soldi al pizzo

20 settembre 2014 | 14.24
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I dati del 'Diario' del Censis: boom di contanti e depositi bancari, 234 miliardi di euro rispetto al 2007. Mentre i consumi si sono azzerati (-7,6%) e gli investimenti immobiliari dimezzati. Le polizze a vita tornano ad essere un 'salvadanaio'. Il 33% degli italiani teme di diventare povero e il 44% risparmia per far fronte ai rischi sociali, di salute o di lavoro. Crisi, acquisti in calo di 1.300 euro a testa. In sette anni persi 80 miliardi di consumi

(foto Infophoto)  - INFOPHOTO
(foto Infophoto) - INFOPHOTO

Boom di contanti e depositi bancari negli ultimi sette anni perché negli anni della crisi gli italiani hanno infatti preferito tenere i soldi cash o fermi sui conti correnti, a disposizione per ogni evenienza. In questo periodo di tempo, il valore di contanti e depositi bancari è infatti aumentato di 234 miliardi di euro e le consistenze sono passate dai 975 miliardi di euro del 2007 a una massa finanziaria di 1.209 miliardi nel marzo 2014, con un incremento del 9,2% in termini reali.

Oggi costituiscono il 30% del portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie, mentre erano solo il 25% nell'anno prima della crisi, stando ai risultati emersi dal 9° numero del 'Diario della transizione' del Censis. Incertezza, paura, cautela, sottolinea lo studio del Censis, spingono gli italiani a tenere i soldi vicini, subito pronti all'occorrenza e per tamponare i rischi. Nello stesso periodo sono aumentati anche i soldi accantonati con assicurazioni e fondi pensione: +125 miliardi di euro (+7,2%).

E le polizze vita sono tornate a funzionare come 'salvadanaio' per molti italiani: i premi raccolti sono aumentati da 63,4 miliardi di euro nel 2007 a 86,8 miliardi nel 2013 (+21,3% in termini reali).

Azzerati i consumi (-7,6% dal 2007 a oggi), dimezzati gli investimenti immobiliari (dalle 807mila compravendite di abitazioni del 2007 alle 403mila del 2013), ecco che fine hanno fatto i soldi degli italiani secondo il 'Diario' del Censis che ha l'obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in un difficile anno di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel 2014.

Aumenta dunque la propensione al risparmio. Dal secondo trimestre del 2012 si registra una inversione di tendenza da parte degli italiani nella creazione di risparmi, che hanno ripreso un trend crescente, passando da 20,1 miliardi a 26 miliardi di euro nel primo trimestre del 2014, con un incremento nel periodo del 26,7% in termini reali. La propensione al risparmio, rileva il Censis, è salita dal 7,8% al 10%, pure a fronte di una riduzione nello stesso periodo dell'1,2% del reddito disponibile delle famiglie e nonostante la bassa inflazione abbia attenuato la caduta del potere d'acquisto.

Meno redditi, meno investimenti, zero consumi, più risparmi: questo il trend degli italiani al tempo della crisi. "Meglio restare liquidi, non si sa mai" è la parola d'ordine degli italiani in questa fase. I soldi servono per fronteggiare difficoltà inattese e sentirsi le spalle protette. Ma la paura di cadere può diventare paranoia. Il 33% degli italiani teme di diventare povero. E solo il 30% sente di avere le spalle coperte dal sistema di welfare, mentre la percentuale sale al 58% in Spagna, 61% nel Regno Unito, 73% in Germania e 74% in Francia.

- In un contesto così difficile, con crescita e occupazione che non ripartono, gli italiani, sottolinea il Censis, pensano sia essenziale proteggersi in caso sopravvenga una malattia, la perdita del lavoro o semplicemente per fronteggiare le spese impreviste. Il 44% risparmia per far fronte ai rischi sociali, di salute o di lavoro, il 36% perché è il solo modo per sentirsi sicuro, il 28% per garantirsi una vecchiaia serena.

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