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Istat

30 gennaio 2015 | 17.49
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Dopo Bankitalia e Confidustria è l'Istat a certificare che il Paese potrebbe presto uscire dal tunnel della crisi. Per l'Istituto di via Balbo, infatti, l'economia italiana si avvia ad una ripresa nei primi mesi del 2015 e già da gennaio sono evidenti i segnali "di un possibile recupero della domanda interna"

Istat

E' la nota mensile dell'Istituto di statistica a sintetizzare i progressi dell'economia 'tirata' dalle indicazioni favorevoli che arrivano "dalla produzione e dagli ordinativi esteri" per i beni strumentali, dal clima di fiducia delle famiglie sostenuto dal "significativo miglioramento delle aspettative" dopo l'aumento del reddito disponibile reale nel terzo trimestre. Certo, le condizioni del mercato del lavoro restano difficili e la disoccupazione denuncia ancora tassi elevati. Ma, annota ancora l'Istat, "l'indice anticipatore dell'economia italiana è tornato positivo a novembre delineando una ripresa dell'attività economica nei primi mesi dell'anno".

A novembre l'attività produttiva nel settore industriale, al netto delle costruzioni, infatti, ha mostrato, ricorda ancora l'Istat, "un leggero rialzo del +0,3% su mese" cui hanno concorso i principali raggruppamenti di industrie con la sola eccezione dell'energia. Bene anche le vendite sul mercati esteri che hanno mostrato una sostanziale tenuta: nel 4 trimestre dell'anno le esportazioni verso i paesi esterni all'Unione hanno segnalato un'accelerazione dell'1,8%, dovuta in larga misura a incrementi dei prezzi finali di vendita, resi possibili dal deprezzamento del cambio dell'euro, a fronte di una diminuzione dei volumi.

In "marcato "rialzo a gennaio 2015 anche il clima di fiducia delle famiglie che è così tornato sui livelli di aprile 2014. "Vi ha concorso il sensibile miglioramento delle attese di disoccupazione e dei giudizi sull’opportunità attuale e la convenienza futura di risparmio" anche se le valutazioni sulla situazione economica dell’Italia e quelle sull’opportunità di acquisto di beni durevoli "hanno contribuito sfavorevolmente all’andamento dell’indice, confermandosi al di sotto della propria media storica".

Un miglioramento delle aspettative che non ha trovato un pieno riscontro nei dati sull’occupazione. Nel quarto trimestre,infatti, i segnali sono discordanti. A dicembre, la crescita dell’occupazione segue le riduzioni di ottobre e novembre, riportandosi sui valori di settembre. La riduzione dei disoccupati (-3,2%, -109 mila unità) ha quasi compensato l’aumento registrato a ottobre. Il tasso di disoccupazione è diminuito a dicembre, dopo la crescita in ottobre e novembre, tornando sotto quota 13%. Anche le attese di occupazione formulate dagli imprenditori per i successivi tre mesi sono risultate in miglioramento in tutti i principali settori produttivi.

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